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- Le nuove regole obbligano i richiedenti asilo a svolgere almeno 10 ore settimanali di lavoro per lo Stato federale o i governi locali.
- La diaria giornaliera per i richiedenti asilo sarà ridotta da 40 a 20 euro se non svolgono servizio civile.
- Il numero di richieste di asilo è diminuito del 40 per cento grazie alle nuove misure.
Le nuove politiche per i richiedenti asilo in Austria, entrate in vigore questa settimana, hanno suscitato un acceso dibattito. Secondo il Ministero degli Interni austriaco, queste misure mirano a ridurre il numero di arrivi e a favorire l’integrazione dei migranti. Il governo austriaco ha introdotto regole severe che obbligano i richiedenti asilo a lavorare durante la loro permanenza nel Paese. Le nuove misure prevedono che i migranti svolgano attività per lo Stato federale e i governi locali per almeno dieci ore settimanali, come la manutenzione stradale, il servizio presso associazioni con almeno cinque operatori sociali, e il servizio infermieristico nei rifugi per persone senza fissa dimora.
Il ministro degli Interni austriaco, Gerhard Karner, ha dichiarato: “Se non svolge servizio civile, la diaria giornaliera per i richiedenti asilo sarà ridotta da 40 a 20 euro”. Karner ha sottolineato che queste nuove misure non solo scoraggeranno nuovi arrivi, ma rafforzeranno anche l’integrazione dei rifugiati. La pressione sul sistema assistenziale dell’Austria sarà alleggerita grazie a una politica di immigrazione più severa. Ad esempio, nello stato orientale del Burgenland, nella prima metà del 2022 sono arrivati oltre 19mila migranti dall’Ungheria, mentre nel 2023 ne sono arrivati meno della metà e nel 2024 appena 300. Il numero di richieste di asilo è diminuito del 40 per cento.
Le autorità austriache hanno anche introdotto corsi obbligatori per gli immigrati, con cinque programmi di formazione che includono nozioni di cultura e diritto. Dall’inizio di giugno, 1653 rifugiati hanno completato questa formazione speciale. Inoltre, questa settimana sono state ampliate le funzionalità della carta di servizi consegnata ai richiedenti asilo, che ora include la diaria giornaliera precedentemente pagata in contanti.
Diaconia Austria e l’Accesso all’Istruzione e al Lavoro
Maria Katharina Moser, direttrice di Diakonie Austria, il braccio sociale della Chiesa evangelica riformata austriaca, ha lanciato un appello per garantire ai giovani richiedenti asilo in Austria l’accesso all’istruzione e alla formazione oltre la scuola dell’obbligo. Attualmente, i giovani richiedenti asilo in Austria hanno un accesso difficile all’istruzione e alla formazione. Superata l’età della scuola dell’obbligo, non hanno diritto a frequentare l’istruzione superiore. Dal 2018, l’allora ministra degli affari sociali e del lavoro, Beate Hartinger-Klein, ha ribaltato il regolamento del suo predecessore Rudolf Hundstorfer, non consentendo più di iniziare un apprendistato in un’occupazione.
L’Austria è soggetta all’obbligo del diritto europeo di garantire l’accesso al mercato del lavoro dopo nove mesi di procedure di asilo. Tuttavia, la pandemia non ha cambiato la carenza di lavoratori qualificati. Molte aziende hanno cercato di formare lavoratori qualificati tramite “apprendisti della procedura di asilo” e di mantenere gli apprendisti occupati dopo il periodo di prova. Dopo il “compromesso apprendista” del novembre 2019, gli apprendisti possono concludere l’apprendistato anche in caso di decisione negativa sull’asilo, ma possono essere espulsi dal giorno dell’esame finale di apprendistato. Moser ha sottolineato che il completamento con successo della formazione dovrebbe portare a un titolo di residenza in futuro.
L’Austria sta cercando di reclutare lavoratori qualificati dall’estero, ma allo stesso tempo espelle coloro che sono in formazione e su cui le aziende austriache hanno investito. Questo è contrario alla ragione umana e alla logica economica. L’Austria ha un interesse economico che i giovani lavoratori qualificati possano utilizzare le competenze acquisite.
Deportazioni e Collaborazioni Internazionali
L’Austria ha annunciato l’intenzione di adottare un piano simile a quello del Regno Unito per contrastare l’immigrazione clandestina, spedendo in un Paese terzo i migranti arrivati illegalmente sul territorio e che hanno presentato richiesta di asilo. Lo Stato che accoglierà questi migranti non è ancora noto, ma è probabile che il governo di Vienna voglia seguire l’esempio britannico e stipulare un’intesa con il Ruanda.
L’annuncio di Vienna è arrivato durante un incontro tra il ministro degli Interni austriaco, Gerhard Karner, e la sua controparte britannica, Suella Braverman. È stato siglato un “accordo sulle migrazioni e sicurezza”, un patto per rafforzare la cooperazione sulla questione dei migranti. L’Austria è il primo Paese dell’UE a firmare un’intesa di questo tipo con il Regno Unito dopo la Brexit. Il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, fa parte del Partito Popolare Europeo (PPE), lo stesso partito della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Il piano di Londra prevede che il Ruanda si faccia carico dei richiedenti asilo arrivati illegalmente in terra britannica in cambio di un finanziamento di 140 milioni di sterline l’anno. Se la richiesta di asilo viene accordata, il migrante non potrà tornare nel Regno Unito, ma dovrà restare nel Paese africano, dove vivono 13 milioni di persone, metà delle quali in condizioni di povertà. Questo schema è stato bloccato dalla Corte Suprema britannica poiché violerebbe gli accordi internazionali, come la Convenzione sui rifugiati e la Carta europea dei diritti dell’uomo.
L’Austria, insieme alla Danimarca, ha annunciato un piano simile con il Ruanda. Questo modello di deportazioni ha conquistato anche il premier italiano Giorgia Meloni, che ha un progetto di trasferire i migranti in attesa di risposta sull’asilo in Paesi terzi. Tuttavia, secondo le regole dell’UE, i richiedenti asilo devono restare nello Stato in cui presentano domanda fino alla fine dell’iter burocratico.
La Situazione dei Minori Stranieri Non Accompagnati
I minori stranieri non accompagnati (MSNA) che entrano in territorio austriaco sono vittime di disagi dovuti all’incapacità e alla riluttanza delle forze politiche nell’amministrare le domande di asilo. I dati di Eurostat mostrano che, da aprile 2021, le domande di asilo di MSNA in Austria sono in aumento, mentre in altri Stati dell’UE il numero di minori stranieri non accompagnati che richiedono protezione è rimasto costante.
L’apparato legislativo e burocratico austriaco si è dimostrato impreparato ad accogliere un numero così alto di persone migranti minorenni. Le ragioni di questo aumento esponenziale sono ancora in discussione. L’avvocata Theresa Lahr, esperta di diritto d’asilo, sostiene che le cause siano da ricercare nell’instabilità di Paesi come la Siria e l’Afghanistan. La maggior parte dei minori che raggiungono l’Austria sono di origine siriana.
La tutela dei minori e il diritto di asilo per i MSNA che attraversano i confini dell’Unione Europea non è scontata né lineare. La precarietà della loro condizione non è sostenuta da adeguate pratiche di tutela. L’accesso alla richiesta di asilo in Austria prevede che la persona minorenne sia fisicamente all’interno del Paese, obbligando i minori a intraprendere lunghi viaggi a rischio della vita. Molti minori stranieri non accompagnati raggiungono l’Austria partendo da Afghanistan e Siria, attraversando Serbia, Bosnia e Bulgaria, e alcuni perdono traccia dei genitori o sono vittime di associazioni criminali.
Altri, come i fratelli afghani Khalid e Karim, di 16 e 14 anni, sono stati trattenuti in “prigioni” in Bulgaria. Le persone minorenni che non possono fornire documenti credibili alle forze dell’ordine austriache possono essere costrette a sottoporsi a esami medici per verificare l’età. A nessuno dei minori intervistati è stato chiesto della loro esperienza di vita o dei loro bisogni. Durante il processo di prima accoglienza, i minori sono costretti all’interno di centri di ricezione, come quello di Traiskirchen a Vienna.
Il direttore di una struttura di assistenza per migranti ha dichiarato: “Il centro di Traiskirchen è il peggior contesto immaginabile per i minori”. Le condizioni dei minori nei centri di prima accoglienza sono state denunciate nel 2015, quando i giornali hanno riportato condizioni degradanti di sovraffollamento e Amnesty International ha segnalato violazioni dei diritti umani. In una dichiarazione di dicembre, Dunja Mijatović, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, ha sostenuto che le condizioni del campo sono migliorate, ma ha sottolineato le criticità nel trattenere per lunghi periodi i minori, in assenza di attività educative e ricreative adeguate.
I minori trascorrono a Traiskirchen tra i sei e i nove mesi prima di essere trasferiti in una struttura residenziale. L’incremento delle richieste di asilo dei MSNA nel 2021 richiede che il sistema austriaco preveda più strutture residenziali per i minori dopo la prima accoglienza. Tuttavia, molte di queste strutture sono state chiuse nel 2015 a causa delle restrizioni nell’accesso agli Stati europei e al crollo delle domande di asilo. In alcuni casi, i minori sono trattenuti nei centri di prima accoglienza anche per due anni, in attesa del primo colloquio. Spesso queste attese coincidono con l’età dei minori, e se una persona compie la maggiore età durante la prima fase, il ricongiungimento familiare non è più legalmente possibile.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la situazione dei richiedenti asilo in Austria è complessa e articolata. Le nuove misure introdotte dal governo austriaco mirano a ridurre il numero di arrivi e a favorire l’integrazione dei migranti, ma hanno suscitato critiche e preoccupazioni. L’accesso all’istruzione e al lavoro per i giovani richiedenti asilo rimane un problema irrisolto, mentre le deportazioni e le collaborazioni internazionali sollevano questioni etiche e legali. La situazione dei minori stranieri non accompagnati è particolarmente critica, con un sistema di accoglienza inadeguato e procedure burocratiche che non rispettano le necessità assistenziali, educative e ricreative dei minori.
Nozione base: L’invecchiamento della popolazione e la cura dei migranti richiedono politiche inclusive che considerino le esigenze specifiche dei diversi gruppi demografici.
Nozione avanzata: Le migrazioni forzate e la sicurezza delle società ospitanti devono essere gestite con un approccio umanitario e sostenibile, che bilanci la protezione dei diritti umani con la necessità di mantenere l’ordine pubblico e la coesione sociale.
Questo articolo mira a stimolare una riflessione personale sui temi dell’integrazione, dell’accoglienza e della gestione delle migrazioni, invitando i lettori a considerare le implicazioni etiche, sociali ed economiche delle politiche migratorie.