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- Un totale di 166 migranti, tra cui 6 donne, sono stati assistiti dall'OIM nel ritorno a Banjul, Gambia.
- Dal 2016, l'Unione Europea ha intensificato i programmi di ritorno volontario e reintegrazione in Africa, coprendo più di 26 paesi.
- Nel giugno 2023, il governo italiano ha aumentato il finanziamento del progetto in Tunisia con ulteriori 3 milioni di euro quasi interamente dedicati ai rimpatri volontari.
Un totale di 166 migranti, tra cui 6 donne, sono stati assistiti dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) nel loro ritorno volontario a Banjul, la capitale del Gambia. Questo ritorno è stato reso possibile grazie al Programma per la protezione, il ritorno e la reintegrazione dei migranti in Nord Africa (MPRR-NA), finanziato dall’Unione Europea.
Le testimonianze dei migranti, come quella di Fatima e Yankuba, evidenziano il desiderio di ricostruire le proprie vite nel paese d’origine dopo aver tentato senza successo di raggiungere l’Europa via mare. Fatima spera di aprire una propria attività di moda, mentre Yankuba desidera diventare tassista per mantenere la famiglia. Questi ritorni volontari sono una componente essenziale delle politiche migratorie europee, che cercano di gestire i flussi migratori attraverso programmi di reintegrazione sostenibile.
Il Ruolo dell’OIM nei Rimpatri Volontari Assistiti
Dal 2016, l’Unione Europea ha intensificato i programmi di ritorno volontario e reintegrazione in Africa, attuati dall’OIM e finanziati attraverso il Fondo fiduciario d’emergenza per l’Africa e il Fondo Africa. L’iniziativa congiunta UE-OIM copre più di 26 paesi africani, inclusa la Libia, e promuove il ritorno volontario assistito come una politica migratoria ben gestita.
Secondo l’OIM, i programmi di rimpatrio volontario assistito e reinserimento (RVAR) forniscono un rientro dignitoso in patria e promuovono il reinserimento sostenibile dei migranti. Tuttavia, la situazione in Libia solleva dubbi sulla capacità dell’OIM di effettuare uno screening adeguato dei rischi del rimpatrio, soprattutto nei centri di detenzione gestiti dal Ministero dell’Interno libico, dove le condizioni sono spesso disumane.
- 🌟 Programmi di ritorno dignitosi e sostenibili......
- ⚠️ Condizioni deplorevoli e violazioni dei diritti umani......
- 🔍 Un punto di vista su risorse locali e immigrazione......
Criticità dei Rimpatri Volontari dalla Libia
I rimpatri volontari dalla Libia presentano numerose criticità, prima fra tutte la volontarietà del rimpatrio. La detenzione generalizzata e a tempo indeterminato nei centri di detenzione libici, basata esclusivamente sulla condizione migrante, solleva dubbi sulla genuinità del consenso al rimpatrio. Inoltre, la mancanza di accesso al cibo e ai prodotti sanitari, spesso connessa a condizioni di sovraffollamento e malnutrizione, provoca una gravissima prostrazione fisica e psicologica.
La sostanziale incapacità delle autorità libiche di gestire il fenomeno migratorio, riconosciuta dall’OIM, è resa evidente dal controllo dei centri ufficiali da parte delle milizie. Il coinvolgimento diretto di organi del governo libico in violazioni sistematiche dei diritti umani, episodi di tortura e tratta, solleva ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza dei migranti rimpatriati.
Rimpatri Volontari dalla Tunisia
A partire dal novembre 2021, l’Italia ha finanziato il progetto “Potenziamento dei Meccanismi di Risposta e Assistenza ai Migranti Vulnerabili in Tunisia”, gestito dall’OIM. Tuttavia, a partire dal febbraio 2023, il governo tunisino ha intrapreso una politica apertamente razzista e repressiva nei confronti delle persone migranti, soggette ad attacchi da parte delle autorità e della popolazione.
Nonostante questa situazione, a giugno 2023 il governo italiano ha aumentato il finanziamento del progetto con ulteriori 3 milioni di euro quasi interamente dedicati ai rimpatri volontari. Tuttavia, l’ASGI ritiene che in tale contesto il rimpatrio non possa essere qualificato come volontario, poiché non esistono alternative sicure in una situazione di violenza indiscriminata e di pericolo.
Bullet Executive Summary
Il tema dei rimpatri volontari assistiti solleva importanti questioni etiche e pratiche nel contesto delle politiche migratorie europee. Se da un lato questi programmi mirano a fornire un ritorno dignitoso e sostenibile ai migranti, dall’altro emergono preoccupazioni significative riguardo alla genuinità del consenso e alla sicurezza dei migranti rimpatriati, soprattutto in contesti come la Libia e la Tunisia.
Invecchiamento e cura: La gestione dei flussi migratori e dei rimpatri volontari può avere un impatto significativo sulle comunità di origine, influenzando la disponibilità di risorse e servizi per le popolazioni locali, inclusi gli anziani.
Migrazioni: I programmi di rimpatrio volontario assistito rappresentano una componente cruciale delle politiche migratorie europee, ma devono essere implementati con attenzione per garantire il rispetto dei diritti umani e la sicurezza dei migranti.
Sicurezza società e guerre: La situazione in Libia e Tunisia evidenzia le complesse interazioni tra migrazione, sicurezza e conflitti, sottolineando la necessità di soluzioni umanitarie e sostenibili.
Accoppiamento e vita di coppia: Le testimonianze dei migranti, come quella di Fatima e Yankuba, mostrano come il desiderio di ricostruire una vita familiare possa essere un potente motivatore per il ritorno volontario.
Pensioni e sostenibilità sistema pensionistico: La reintegrazione dei migranti nei paesi di origine può influenzare la sostenibilità dei sistemi pensionistici locali, soprattutto in contesti di elevata emigrazione giovanile.
In conclusione, la gestione dei rimpatri volontari assistiti richiede un equilibrio delicato tra il rispetto dei diritti umani e la necessità di gestire i flussi migratori in modo sostenibile. La riflessione su questi temi è essenziale per sviluppare politiche migratorie che siano sia efficaci che eticamente responsabili.