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Impressionante: Le Fotografie di Francesco Malavolta Svelano la Dura Realtà delle Migrazioni

La mostra 'Popoli in movimento' di Francesco Malavolta al Coriolano di Catanzaro racconta storie di speranza e disperazione attraverso immagini potenti. Fino al 21 giugno.
  • La mostra 'Popoli in movimento' di Francesco Malavolta si tiene allo Spazio Coriolano di Catanzaro fino al 21 giugno.
  • Le fotografie documentano le migrazioni degli ultimi quarant'anni, mostrando momenti di pianto, paura, salvezza e dignità.
  • Una delle immagini più potenti raffigura centinaia di bare a Lampedusa dopo una delle tragedie nel Mediterraneo del 2013.

Le parole sono pietre, un’espressione abusata, ma cosa sono le fotografie? Massi, macigni che rotolano investendo con corporea sostanza delle immagini. Per sensibilità e attitudine, non ci si può scansare, non si può distogliere lo sguardo e l’anima. Allo Spazio Coriolano di Catanzaro, al numero 189 di Corso Mazzini, c’è, fino al 21 giugno, la seconda tappa della rassegna “Fotografia dell’umano” di Franco Mazza, che ospita la mostra “Popoli in movimento” di Francesco Malavolta. Le immagini subiscono la caducità dell’indistinto sovrabbondanza dell’offerta su riviste e schermi. Tuttavia, il testo di lettura rende parte della ricchezza, restituendo una messa in scena per foto originali, testimonianza materica di un atto umano, colto, proposto, esposto. Sono un’altra cosa rispetto alla banalità.

Malavolta coglie i migranti e racconta le migrazioni da quarant’anni, dall’esodo degli albanesi verso l’Italia fino ad oggi. La realtà falsa oggettività dei numeri sovrappone e nasconde l’umanità, che persiste e dà segno di speranza. Nelle foto di Malavolta, si trovano pianto, paura, salvezza, disperazione e dignità. Su un barcone nel mare di Lampedusa, un giovane indossa un abito grigio e una cravatta regimental, conferendo dignitosa importanza al momento cruciale dello sbarco. Sull’isola di Lesbo, un padre e una bimba confondono le lacrime per farsi forza a vicenda. Un’altra foto raffigura un alveare di cellette del colore biondo del miele, con decine di teste che fanno capolino dalle coperte termiche distribuite dai soccorritori nel mare Libico. Nel Canale di Sicilia, mani stanche e forti si aggrappano alla ruggine di un’imbarcazione precaria e malandata partita dalla Libia.

Le Vie di Terra e le Miniere del Burkina Faso

Le migrazioni non si limitano al mare nelle fotografie di Malavolta. Battono anche le vie di terra. Una foto ritrae la vecchia stazione di Belgrado, con una fila di profughi stremati dal freddo dopo aver attraversato difficoltà e confini. Malavolta è andato là dove partono le migrazioni. In una miniera del Burkina Faso, un ragazzino, un bambino, in un cubicolo ricavato dalla roccia, interrompe il lavoro: per quattro dollari al giorno spacca pietre per ricavare polvere d’oro. Gli occhi spiccano di rassegnato stupore sul volto imbiancato dalla polvere.

Ieri sera, Francesco Malavolta era all’inaugurazione della mostra, composta da una quarantina di fotografie che alternano primi piani a immagini di gruppi, richiamando la pittura di Velasquez. I convenuti hanno guardato le foto non come arte, ma come una cruda resa della realtà, ascoltando il racconto di Malavolta. Quaranta minuti di esposizione di viaggi, contatti e accadimenti sui luoghi delle migrazioni. Lampedusa dell’ottobre 2013, con trecentosessant’otto morti accertati, è una delle immani tragedie nel Mediterraneo. “Mai più”, si diceva. Ma le migrazioni non si fermeranno mai. Non divieti, ostacoli, leggi, interni o esteri. Non morti. Nella foto di Malavolta, centinaia di bare riportano solo una distesa di dolore, arrivate sull’isola dopo giorni. Il fotografo racconta che l’odore della morte arrivava nel suo alloggio di fronte all’aeroporto. Le fotografie possono essere macigni, è vero. Le parole, usate da Francesco, colpiscono duro.

La Spesa per i Beni Durevoli in Calabria

Nel 2023, la spesa per beni durevoli in Calabria ha raggiunto 1 miliardo e 663 milioni di euro, posizionandosi al 13esimo posto nella classifica delle regioni italiane. L’aumento del 6,1% rispetto al 2022 deriva dalla maggiore spesa delle famiglie per veicoli a 2 e 4 ruote. Il reddito disponibile pro-capite è aumentato del 5,1%, con una media di 16.192 euro. Tuttavia, la Calabria rimane ultima nel ranking per spesa media familiare in beni durevoli (2.042 euro a nucleo). Il dato migliore è della provincia di Catanzaro (2.132 euro per famiglia), all’82esimo posto fra 107 province italiane. Il dato peggiore è di Crotone: 1.687 euro di spesa a nucleo, ultimo posto in classifica.

La famiglia catanzarese ha speso mediamente 2.132 euro in beni durevoli nell’ultimo anno (+7,9% sul 2022), primo posto tra le altre province della regione. Primato anche nella crescita della spesa complessiva: +7,5%. A Catanzaro, gli acquisti di beni durevoli sono aumentati a 320 milioni di euro. Nel comparto mobilità, la spesa per auto nuove è aumentata di 10 milioni (da 61 a 71 milioni, +17%) e per auto usate ha raggiunto 94 milioni (+19%). Il settore dei motocicli ha visto una crescita elevata, con una spesa di 9 milioni: +37,9%, posizionando Catanzaro come la quinta provincia italiana per crescita. Stabili le spese per elettrodomestici (29 milioni nel 2023, +1,6%), mobili (66 milioni, -1,5%) e telefonia (-1,1%). Crolla l’elettronica di consumo (-29,9%), mentre l’information technology scende dell’8,5%.

“In Calabria,” commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic, “la crescita attorno al 16% per auto nuove (327 milioni di euro in totale) e usate (463 milioni) e del 38,7% per motoveicoli è superiore a quella di altre regioni e alla media nazionale (24,7%). Ridimensionati, invece, i livelli di spesa in mobili (-1,2%, 379 milioni di euro), telefonia (-1%), information technology (-8,7%) ed elettronica di consumo (-30,2%). Quest’ultimo caso rappresenta l’andamento più negativo fra le regioni del Sud. Tra le province, le più virtuose in beni durevoli sono Catanzaro e Vibo Valentia, che hanno fatto un balzo del 7,5% e del 6,8% rispettivamente.”

Bullet Executive Summary

Il tema delle migrazioni è uno dei più complessi e delicati del nostro tempo. Le fotografie di Francesco Malavolta non solo documentano, ma raccontano storie di speranza, disperazione e dignità. Attraverso le sue immagini, possiamo vedere l’umanità dietro i numeri e le statistiche. La mostra “Popoli in movimento” ci invita a riflettere sulla realtà delle migrazioni, un fenomeno che non si fermerà mai, nonostante divieti e leggi. Le fotografie possono essere macigni, capaci di colpire duro e farci riflettere sulla nostra umanità.

Una nozione base di invecchiamento e cura correlata al tema delle migrazioni è che le persone anziane migranti spesso affrontano sfide uniche, come l’accesso limitato ai servizi sanitari e il supporto sociale. Le politiche di accoglienza devono tenere conto delle esigenze specifiche di questa popolazione vulnerabile.

Una nozione avanzata di migrazioni applicabile al tema è la necessità di politiche migratorie globali che considerino non solo la sicurezza e il controllo delle frontiere, ma anche l’integrazione e il supporto socio-economico dei migranti. Questo include l’accesso all’istruzione, al lavoro e ai servizi sanitari, per garantire che i migranti possano contribuire positivamente alle società di accoglienza.

In conclusione, le fotografie di Malavolta ci ricordano che dietro ogni migrazione c’è una storia umana. Riflettiamo su come possiamo contribuire a creare un mondo più accogliente e giusto per tutti.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)

Un commento

  1. Queste fotografie sono davvero potenti! Riescono a catturare l’essenza della sofferenza e della speranza dei migranti. Dovremmo fare di più per aiutarli e capirli.

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