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Il gruppo del molo a Lampedusa: la loro missione umanitaria in prima linea

Scopri come il 'Gruppo del Molo' di suore a Lampedusa offre supporto essenziale ai migranti, tra sfide quotidiane e storie di speranza.
  • 47 migranti sbarcati in un giorno, tutti giovani uomini provenienti dal Bangladesh.
  • Il Molo Favaloro è una struttura di cemento di 150 metri che funge da punto di approdo principale.
  • Quasi 500 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo Centrale dall'inizio dell'anno, secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.

Lampedusa, una piccola isola italiana nel cuore del Mediterraneo, è diventata un simbolo di speranza e disperazione per migliaia di migranti che cercano rifugio in Europa. Al centro di questa crisi umanitaria, un gruppo di suore, noto come il “Gruppo del Molo”, si distingue per il loro impegno instancabile nel soccorrere i migranti appena sbarcati. Questo gruppo è composto da suor Danila, suor Ruffina, suor Angela e suor Antonietta, appartenenti a quattro diverse congregazioni religiose. Queste donne straordinarie collaborano con volontari di Mediterranean Hope, la Guardia di Finanza, la Guardia Costiera e la Croce Rossa per offrire un primo soccorso ai migranti.

Il Molo Favaloro, una lingua di cemento lunga 150 metri, è il punto di approdo per migliaia di migranti che attraversano la rotta del Mediterraneo Centrale. Questo luogo, che durante i mesi estivi è frequentato dai turisti, si trasforma in un teatro di sofferenza e speranza. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, dall’inizio dell’anno quasi 500 persone hanno perso la vita in questo tratto di mare.

Un Giorno Tipico al Molo

Le giornate delle suore iniziano con una notifica su WhatsApp: la Guardia Costiera avvisa il “Gruppo del Molo” di uno sbarco imminente, solitamente con 30 minuti di anticipo. “Prendiamo caramelle, acqua, tè caldo e freddo, merendine, giacche pulite e asciutte e corriamo al molo,” raccontano le suore. Oggi, la chiamata è arrivata alle 13 mentre stavano pranzando. Hanno lasciato il cibo caldo nei piatti e si sono precipitate al molo.

I migranti sbarcati erano 47, tutti giovani uomini provenienti dal Bangladesh, partiti alle 6 del mattino dalla Libia. Le suore, visibilmente provate e stanche, siedono su una panchina di fronte al chiosco dei cocomeri. “Ogni sbarco è diverso e ognuno lascia un segno dentro di noi,” affermano. Tornano al loro appartamento affittato dall’UISG (Unione Internazionale delle Superiore Generali) per decomprimere e rielaborare le emozioni vissute.

Storie di Dolore e Speranza

Le suore non offrono solo conforto materiale, ma anche umano. Molti migranti arrivano infreddoliti, con abiti zuppi di acqua di mare e gasolio, e con ustioni chimiche agli arti inferiori e genitali. “Sorridiamo e offriamo una caramella, e il sorriso viene ricambiato con un ‘grazie’,” raccontano. Le suore aiutano i migranti a togliere i giacconi bagnati e a indossare abiti asciutti. La Polizia perquisisce e accerta l’identità, mentre la Croce Rossa li mette in fila e li trasferisce all’hotspot di Contrada Imbriacola, dove rimarranno per 48 ore prima di essere trasferiti sulla terraferma.

Marie, una mamma camerunense, è una delle tante storie di dolore. Ha perso il suo bambino durante un’operazione di salvataggio della Guardia Costiera. “Lei ha lasciato quattro figli a casa, è partita nel 2021 ed è arrivata a Lampedusa nel 2024, transitando dalla Libia. Voleva lavorare e mandare soldi alla famiglia,” raccontano le suore. Il figlioletto morto era frutto della violenza subita nei centri di detenzione libici. Marie è stata portata a Catania per ricevere aiuto psicologico e ora sta meglio, ma continua a telefonare alle suore.

Condizioni Difficili e Solidarietà

L’area del Molo Favaloro non è predisposta per accogliere dignitosamente chi arriva in Italia via mare in condizioni disperate. I bagni non funzionano, non c’è acqua e le porte sono pericolanti. Una tettoia offre un minimo riparo dal sole, ma ci sono solo 18 sedie arrugginite, insufficienti per il numero di persone che arrivano. “Insieme ad altre associazioni, abbiamo più volte fatto presente la situazione alle autorità competenti, ma nulla cambia,” affermano le suore.

La Croce Rossa è efficiente nel mettere al polso dei migranti un braccialetto di colore diverso a seconda del gruppo di provenienza e nel farli salire sugli autobus. Tuttavia, il problema sorge quando sbarca un grande numero di persone. I migranti sono costretti a stare ore in piedi sotto il sole dopo giorni massacranti in mare. Questo è successo a settembre del 2023, quando in pochi giorni ci sono stati 33 sbarchi per un totale di circa 7000 migranti, a fronte di una popolazione locale di 6000 abitanti.

“Lampedusa ha dato un esempio di umanità e fraternità. I negozianti hanno chiuso le attività per tre giorni per essere disponibili ad aiutare i fratelli che arrivavano a frotte,” raccontano le suore. “I lampedusani si commuovono ma non si abituano a questa esperienza drammatica. Le persone non possono immaginare cosa vediamo e viviamo al molo: arrivano tremanti, infreddoliti, bambini con vestiti bagnati, mamme con occhi persi nel vuoto. Ogni volta è come toccare la carne di Cristo, prendere tra le braccia Gesù Bambino.”

Bullet Executive Summary

In conclusione, il “Gruppo del Molo” rappresenta un faro di speranza e umanità in un contesto di disperazione e sofferenza. Le suore, con il loro impegno quotidiano, offrono non solo conforto materiale ma anche un sostegno emotivo indispensabile per i migranti che arrivano a Lampedusa. Questo articolo ha voluto evidenziare l’importanza del loro lavoro e la necessità di migliorare le condizioni di accoglienza per chi arriva in Italia in cerca di una vita migliore.

Nozione base: L’invecchiamento e la cura sono temi centrali nella società moderna. La cura non riguarda solo l’assistenza fisica, ma anche il supporto emotivo e psicologico, come dimostrato dalle suore che offrono conforto ai migranti.

Nozione avanzata: Le migrazioni non sono solo un fenomeno di spostamento geografico, ma anche un processo complesso che coinvolge aspetti sociali, economici e psicologici. La capacità di una società di accogliere e integrare i migranti è un indicatore della sua umanità e del suo sviluppo sociale.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano.(scopri di più)

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