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I segreti dietro l’operazione di soccorso dei 186 migranti a Catania

Scopri come l'Italia ha gestito una complessa operazione di salvataggio nel Mediterraneo, tra sfide internazionali e il tragico ritrovamento di una vittima.
  • Un'operazione di soccorso durata 16 ore ha portato in salvo 186 migranti a Catania, inclusi 20 minori.
  • Le autorità maltesi hanno ignorato le richieste di assistenza, costringendo l'Italia a prendere il controllo delle operazioni.
  • Nel 2022, circa 105.000 persone hanno attraversato il Mediterraneo centrale, un aumento significativo rispetto ai 67.500 del 2021.

Nella tarda serata di ieri, 186 migranti a bordo della nave “Humanity 1” sono stati finalmente sbarcati a Catania. L’operazione ha avuto inizio con la necessità di fornire cure mediche immediate, inclusi due casi urgenti, e si è conclusa con il triste ritrovamento di una persona deceduta. Tra i migranti vi erano famiglie, minori non accompagnati, due donne e quattro bambini, oltre a 14 minori non accompagnati. Gli uomini adulti hanno completato il gruppo.

I migranti sono rimasti in mare per cinque giorni dopo essere partiti dalla Libia, stipati su un peschereccio senza giubbotti di salvataggio. Nelle prime ore del mattino, sono stati salvati dalla Guardia Costiera italiana e trasferiti sulla “Humanity 1”. L’equipaggio della nave ha risposto a una chiamata d’emergenza proveniente da una barca nella zona di ricerca e soccorso maltese, ma le autorità maltesi hanno ignorato le richieste di assistenza, rifiutandosi di coordinare il salvataggio. L’Italia ha quindi preso il controllo delle operazioni di soccorso.

Dettagli dell’Operazione di Salvataggio

L’operazione di salvataggio è iniziata con un mayday relay ricevuto a nord-est di Malta. Lukas Kaldenhoff, coordinatore delle comunicazioni della tredicesima missione della “Humanity 1”, ha raccontato che l’equipaggio ha contattato l’MCC maltese senza ottenere risposta. Le autorità italiane hanno quindi dato il via libera per procedere. Alle 23:00, la “Humanity 1” era nella zona del soccorso, accompagnata da due motovedette della Guardia Costiera italiana e una nave della Marina Militare.

Il trasbordo dei migranti dal peschereccio alla “Humanity 1” è iniziato alle 5:30 del mattino, a circa trenta miglia da Siracusa. Le operazioni sono durate 16 ore, durante le quali un giovane pakistano è deceduto. I 186 sopravvissuti e la salma sono stati portati a bordo della “Humanity 1” verso le 6:30. I migranti provenivano da Siria, Pakistan, Bangladesh, Nepal ed Egitto, inclusi 20 minori, di cui 4 molto piccoli e 14 non accompagnati.

Viviana di Bartolo, coordinatrice delle operazioni di ricerca e soccorso della tredicesima missione della “Humanity 1”, ha spiegato che le operazioni sono iniziate tardi, probabilmente per attendere le prime luci dell’alba, dato che soccorrere un peschereccio di tali dimensioni non è semplice. Le operazioni di sbarco sono proseguite dalle 16:00 fino alle 19:00, con i sopravvissuti trasferiti all’Hub di via Forcile, a Catania, gestito dalla Croce Rossa.

Il Contesto delle Migrazioni nel Mediterraneo

Nel 2022, Alarm Phone ha allertato per 673 imbarcazioni in pericolo nella regione del Mediterraneo centrale, un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. Questo incremento riflette un aumento degli attraversamenti e una maggiore conoscenza di Alarm Phone tra le comunità di “persone in movimento”. Circa 105.000 persone sono giunte attraverso la rotta del Mediterraneo centrale nel 2022, un aumento considerevole rispetto ai 67.500 del 2021, 34.000 del 2020 e 11.500 del 2019.

Nonostante gli sforzi europei per addestrare, finanziare ed equipaggiare la Guardia Costiera libica e una maggiore cooperazione tra le autorità europee e tunisine, le persone continuano a fuggire attraverso il mare. La maggioranza delle persone raggiunge l’Italia autonomamente o viene soccorsa a poche miglia nautiche dalle coste italiane. Le persone in movimento si sono adattate alla non-assistenza, non potendo aspettarsi di essere soccorse dalle autorità europee a distanze considerevoli, specialmente nella zona di ricerca e soccorso (SAR) maltese.

Nel 2022, l’UNHCR ha riportato che solo 430 persone sono state tratte in salvo verso Malta, evidenziando la reticenza delle Forze Armate Maltesi (AFM) a intraprendere operazioni di ricerca e soccorso. Nonostante l’alto numero di arrivi, decine di migliaia di persone non riescono a raggiungere l’Europa, venendo catturate in mare e riportate in Libia o Tunisia. Secondo l’OIM, circa 24.700 persone sono state respinte in Libia via mare nel 2022, mentre il Forum Tunisino per i Diritti Economici e Sociali (FTDES) ha stimato che circa 29.000 persone sono state respinte verso la Tunisia nello stesso periodo.

Le Sfide delle Operazioni di Soccorso

Le operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale sono spesso ostacolate da vari fattori, tra cui la mancanza di coordinamento tra le autorità europee e la reticenza a intervenire. Le autorità maltesi, in particolare, sono state criticate per non riconoscere i casi di pericolo e per ignorare le richieste di soccorso. Questo comportamento ha messo in pericolo la vita di migliaia di persone, che spesso si trovano su imbarcazioni sovraffollate e in condizioni critiche.

Nel 2022, Alarm Phone ha documentato numerosi casi in cui le autorità maltesi hanno ordinato ai mercantili di non prestare assistenza o di riportare le persone nei paesi di partenza, in violazione del diritto marittimo internazionale. Ad esempio, il 23 luglio, il rimorchiatore Vos Triton ha soccorso 100 persone in acque internazionali al largo della Libia, ma invece di portarle in un porto sicuro, le ha trasbordate su una motovedetta della Guardia Costiera libica, costringendole a tornare nei centri di detenzione in Libia.

Le esperienze con la Guardia Costiera italiana sono generalmente migliori, con l’MRCC di Roma che ha coordinato operazioni di soccorso anche al di fuori della zona SAR italiana. Tuttavia, le operazioni di soccorso sono spesso complicate dalla presenza di numerose imbarcazioni in pericolo e dalla necessità di coordinare le risorse limitate disponibili.

Bullet Executive Summary

Il recente sbarco di 186 migranti a Catania evidenzia le continue sfide e complessità delle operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale. Nonostante gli sforzi delle ONG e delle autorità italiane, la reticenza delle autorità maltesi e la mancanza di coordinamento internazionale continuano a mettere in pericolo la vita di migliaia di persone in movimento. Questo caso specifico sottolinea l’importanza di un’azione coordinata e umanitaria per affrontare la crisi migratoria in corso.

Riflessione Personale: Il fenomeno delle migrazioni attraverso il Mediterraneo centrale è un tema complesso che coinvolge questioni di sicurezza, diritti umani e politiche internazionali. È fondamentale che le autorità europee lavorino insieme per garantire operazioni di soccorso efficaci e rispettose dei diritti umani, evitando che ulteriori vite vengano perse in mare. La storia di questi 186 migranti ci ricorda l’urgenza di trovare soluzioni sostenibili e umanitarie per affrontare le cause profonde delle migrazioni forzate e garantire la sicurezza e la dignità di tutte le persone in movimento.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano.(scopri di più)

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