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- La nave Geo Barents ha recuperato 11 cadaveri al largo delle coste libiche.
- La decisione del Ministero dell'Interno di far sbarcare i cadaveri a Lampedusa ha sollevato critiche per la mancanza di strutture adeguate.
- Le ONG coinvolte hanno criticato le politiche europee, sottolineando che la gestione attuale mette a rischio vite umane.
L’operazione di recupero dei cadaveri di undici migranti al largo delle coste libiche, condotta dalla nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere (MSF), ha sollevato numerose polemiche e critiche. La segnalazione iniziale è stata effettuata dal velivolo Seabird della ONG Sea Watch, che ha avvistato i corpi alla deriva. La Geo Barents, che stava dirigendosi verso Genova con 165 persone soccorse a bordo, ha ottenuto l’autorizzazione a tornare indietro per recuperare i cadaveri.
Dopo un’operazione di oltre nove ore, i corpi sono stati trasbordati su una motovedetta della Guardia Costiera e portati a Lampedusa. Tuttavia, la decisione del Ministero dell’Interno di far sbarcare i cadaveri a Lampedusa, anziché a Porto Empedocle, ha scatenato una serie di critiche. Il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, ha evidenziato “plurime criticità” nella gestione della situazione, sottolineando che Lampedusa non è attrezzata per conservare un alto numero di cadaveri.
Reazioni delle Autorità e delle ONG
Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, ha accolto le salme al molo Favaloro, esprimendo la sua frustrazione per la continua ricezione di cadaveri sull’isola. Mannino ha dichiarato: “In questo giorno particolare, scegliamo i nostri rappresentanti per l’Europa, e sono venuto qui al molo per ricordare all’Europa intera il bisogno di dare dignità umana a queste persone”. Ha inoltre criticato la decisione del Ministero dell’Interno, affermando che “Lampedusa non è attrezzata per conservare un alto numero di cadaveri”.
Le ONG coinvolte, tra cui Sea Watch e Medici Senza Frontiere, hanno espresso la loro rabbia e frustrazione per la gestione della situazione. Sea Watch ha dichiarato: “Per loro e per l’UE queste persone non valgono nulla neanche da morte”. Medici Senza Frontiere ha sottolineato che le politiche europee di migrazione stanno contribuendo a queste tragedie, con Juan Matias Gil, capo missione di MSF, che ha affermato: “Questa catastrofe deve finire”.
Dettagli dell’Operazione di Recupero
La Geo Barents ha recuperato i cadaveri in un’area compresa tra 35 e 77 chilometri al largo delle coste libiche. I corpi, in avanzato stato di decomposizione, sono stati trovati alla deriva e probabilmente erano in mare da giorni. Tra i cadaveri recuperati vi erano anche alcune donne. La nave ha poi proseguito il suo viaggio verso Genova, dove è previsto l’arrivo il 11 giugno.
Nel frattempo, le ricerche di altri dispersi continuano. Un dodicesimo cadavere è stato avvistato dall’aereo Seabird nella stessa area, e la nave Ocean Viking di Sos Mediterranee ha recuperato un altro cadavere nella stessa zona. Le ONG coinvolte hanno criticato l’assegnazione di porti lontani per lo sbarco, affermando che ciò svuota il Mediterraneo di mezzi di soccorso vitali sulla rotta migratoria più mortale.
Criticità e Proposte di Miglioramento
Il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, ha evidenziato le criticità normative, umanitarie e costituzionali nella gestione del soccorso in mare. Ha sottolineato che ogni accertamento sul caso dovrebbe attendere l’arrivo nel porto di Genova delle persone informate, come l’equipaggio e le persone salvate. Di Leo ha inoltre criticato la scelta di far sbarcare i cadaveri a Lampedusa, affermando che Porto Empedocle sarebbe stata una scelta più logica per evitare il trasbordo in mare.
Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, ha espresso la sua frustrazione per la continua ricezione di cadaveri sull’isola e ha chiesto alle autorità di rivedere la loro decisione. Mannino ha dichiarato: “Non capisco con quale logica si è deciso di far sbarcare le salme a Lampedusa, quando sono note le condizioni della nostra camera mortuaria e le condizioni logistiche del mio territorio”.
Bullet Executive Summary
La tragedia del naufragio al largo delle coste libiche, con il recupero di undici cadaveri da parte della nave Geo Barents, mette in luce le gravi criticità nella gestione delle operazioni di soccorso e delle politiche migratorie europee. La decisione di far sbarcare i cadaveri a Lampedusa ha sollevato polemiche tra le autorità locali e le ONG, evidenziando la necessità di una revisione delle procedure e delle politiche in materia di migrazione.
Invecchiamento e cura: La gestione delle operazioni di soccorso e delle politiche migratorie richiede un approccio umanitario che tenga conto della dignità e dei diritti umani di tutte le persone coinvolte. È fondamentale che le autorità lavorino insieme per garantire che le vittime di queste tragedie ricevano un trattamento rispettoso e dignitoso, anche dopo la morte.
Sicurezza e società: Le politiche migratorie europee devono essere riviste per garantire che le operazioni di soccorso siano efficaci e che le persone in pericolo ricevano l’assistenza necessaria. È essenziale che l’Europa trovi percorsi sicuri e legali per i migranti, al fine di prevenire ulteriori tragedie nel Mediterraneo.
- Sito ufficiale di Medici Senza Frontiere Italia, pagina specifica sulla missione nel Mediterraneo Centrale
- Sito ufficiale di Sea-Watch, organizzazione non governativa che si occupa di ricerca e salvataggio di migranti nel Mediterraneo, offre informazioni sulla loro attività e sulle criticità nella gestione delle operazioni di soccorso e delle politiche migratorie europee.
- Sito ufficiale della Guardia Costiera di Lampedusa, per approfondire sulla gestione delle operazioni di soccorso e sulla situazione sulle coste libiche