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Come un progetto fotografico può cambiare il destino dei migranti?

Scopri come il progetto fotografico 'NoWay!' di Fabrizio Spucches e Mediterranea Saving Humans sensibilizza sulla crisi migratoria nel Mediterraneo.
  • Il progetto NoWay! è stato inaugurato il 26 giugno 2024 presso la galleria Still a Milano e sarà visitabile fino al 12 luglio.
  • Composto da oltre 100 fotografie e testi, racconta il difficile viaggio dei migranti attraverso tre sezioni: Inferno, Purgatorio e Paradiso.
  • Dall'inizio del 2024, la rotta del Mediterraneo centrale ha causato la morte di 474 persone e il ritorno forzato in Libia di 4.492 persone.

Il progetto fotografico NoWay! è stato inaugurato il 26 giugno 2024 presso la galleria Still in via Zamenhof 11 a Milano e sarà visitabile fino al 12 luglio. Nato dalla collaborazione tra il fotografo Fabrizio Spucches e Mediterranea Saving Humans, con il supporto del Comune di Milano, del Comune di Rimini, NFC Edizioni, la scuola Penny Wirton Milano e il Printable Yacht Club Rimini, NoWay! mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi migratoria nel Mediterraneo e a dare voce ai migranti.

Composto da oltre 100 fotografie e testi di Enrico Dal Buono, il progetto racconta il viaggio difficile e pericoloso dei migranti per raggiungere l’Italia via mare, attraverso storie personali e ricordi di un “viaggio della speranza”. Le immagini di Spucches sono suddivise in tre sezioni: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Le prime due, ambientate in Tunisia, parlano dell’attesa e della partenza, mentre la terza, in Italia, rappresenta l’arrivo e la speranza di un futuro migliore.

Il Dramma dei Numeri e delle Storie Personali

I numeri parlano chiaro: dall’inizio del 2024, secondo i dati dell’UNHCR e dell’OIM, la rotta del Mediterraneo centrale ha portato alla morte di 474 persone e al ritorno forzato in Libia di 4.492 persone. NoWay! ha preso vita dopo il naufragio del 15 marzo 2024 al largo delle coste libiche. Nonostante le richieste d’aiuto, i naufraghi non sono stati soccorsi e sono rimasti in mare per una settimana, abbandonati. Questo mancato soccorso ha causato la morte di oltre 50 persone, tra cui un neonato.

Una performance di sensibilizzazione è stata realizzata con una barca priva di equipaggio che navigava alla deriva, circondata da gigantografie galleggianti in acqua. Le immagini, riprese da un drone, raffigurano giovani migranti che emergono da coperte termiche dorate, trasmettendo un trauma profondo e irrisolto. Le fotografie sono state recuperate, trasportate a Milano ed esposte nella galleria Still, dove i visitatori possono anche vedere un video della performance, narrato dalla voce di Pap Khouma.

Il Potere dell’Arte come Denuncia Sociale

Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, ha sottolineato: «L’arte di denuncia e sensibilizzazione è fondamentale per costruire un mondo migliore». Tommaso Sacchi ha aggiunto: «NoWay! non è solo una mostra, ma un grido di dolore e un invito a non distogliere lo sguardo… Le fughe, le violenze subite, le richieste di aiuto ignorate, l’indifferenza e il cinismo devono suscitare compassione e sdegno».

Il progetto ha anche lanciato una campagna di raccolta fondi per Mediterranea Saving Humans, l’unica nave di soccorso civile italiana nel Mediterraneo centrale. Ghali, uno dei sostenitori del progetto, ha dichiarato: «Sostengo Mediterranea Saving Humans perché la gente muore in mare e non voglio restare indifferente. Non possiamo lasciarli morire».

Bullet Executive Summary

In conclusione, il progetto NoWay! rappresenta un potente strumento di sensibilizzazione sulla crisi migratoria nel Mediterraneo. Attraverso immagini evocative e performance di grande impatto emotivo, il progetto invita il pubblico a riflettere sulla condizione dei migranti e sull’importanza di non restare indifferenti di fronte a tali tragedie.

NoWay! ci ricorda che l’invecchiamento e la cura non riguardano solo la nostra salute fisica, ma anche la nostra salute morale e sociale. La migrazione, la sicurezza della società e le guerre sono temi interconnessi che richiedono una riflessione profonda e un’azione collettiva. La vita di coppia e la famiglia moderna sono influenzate da queste dinamiche globali, e comprendere le storie dei migranti ci aiuta a costruire una società più empatica e giusta.

Inoltre, la nozione avanzata di invecchiamento e cura ci insegna che prendersi cura degli altri, specialmente dei più vulnerabili, è un segno di maturità sociale. Le migrazioni non sono solo un fenomeno da gestire, ma una realtà umana che richiede comprensione e solidarietà. La sicurezza della società non si ottiene solo con misure repressive, ma anche con l’inclusione e il rispetto dei diritti umani.

Riflettiamo su come possiamo contribuire, nel nostro piccolo, a creare un mondo migliore, dove ogni vita umana è rispettata e valorizzata.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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