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Come il cambiamento climatico sta influenzando le migrazioni globali?

La ricerca di ActionAid evidenzia come i disastri naturali e il degrado ambientale stiano costringendo milioni di persone a migrare, esacerbando le disuguaglianze esistenti.
  • Il 65% della popolazione del Gambia vive in aree urbane affette da povertà e disoccupazione, spingendo alla migrazione.
  • La ricerca di ActionAid ha coinvolto 128 interviste a migranti di ritorno, rimpatriati e migranti interni.
  • Le politiche migratorie europee e italiane, come il Nuovo Patto sulla Migrazione e sull’Asilo, menzionano il cambiamento climatico ma senza impegni concreti.

Il cambiamento climatico e le migrazioni sono due fenomeni strettamente interconnessi e in continua espansione. La recente ricerca di ActionAid Italia, intitolata “Il cambiamento climatico non conosce frontiere”, analizza gli aspetti giuridici e normativi della mobilità umana legata ai disastri naturali e al degrado ambientale. Questo studio, condotto in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, mette in luce come la crisi climatica stia influenzando le decisioni migratorie di milioni di persone, costringendole a spostarsi dalle campagne ai centri urbani, all’interno dei paesi colpiti e verso destinazioni internazionali.

La Crisi Climatica e le Migrazioni

La crisi climatica sta causando devastanti conseguenze sociali ed economiche in tutto il mondo. Eventi ambientali estremi come siccità, ondate di calore, inondazioni e tempeste stanno costringendo metà della popolazione mondiale a fronteggiare difficoltà nell’accesso all’acqua, riduzioni della produttività agricola e deterioramento dei mezzi di sussistenza. Questi fattori ambientali sono identificati come minacce e “moltiplicatori di vulnerabilità”, esacerbando condizioni di iniquità preesistenti.

Secondo ActionAid, le disuguaglianze e le dinamiche di potere giocano un ruolo determinante nel risultato del percorso migratorio, influenzandone la destinazione, la durata e le condizioni. La governance internazionale delle migrazioni è il risultato di profonde disuguaglianze economiche e sociali. In questo contesto, gli interessi degli Stati prevalgono sui diritti umani, con un’agenda incentrata sul paradigma della deterrenza e sull’esternalizzazione delle frontiere.

Il Caso del Gambia

In paesi come il Gambia, il 65% della popolazione vive in aree urbane caratterizzate da povertà generalizzata, disoccupazione e declino del turismo e dell’agricoltura. Questi fattori sono determinanti per la spinta alla migrazione. La ricerca di ActionAid ha condotto 128 interviste a migranti di ritorno, rimpatriati e migranti interni residenti in aree rurali colpite dai cambiamenti climatici. La mobilità climatica è un fenomeno complesso e sfaccettato. Spostarsi verso i centri urbani o l’Europa è una scelta guidata da motivi economici e aspirazioni per sfuggire alla povertà e migliorare le proprie vite e quelle delle proprie famiglie.

Le condizioni climatiche avverse, come piogge insufficienti o tardive che distruggono i raccolti, rendono la sopravvivenza attraverso l’agricoltura sempre più difficile. Un giovane di 28 anni a Jamaara ha spiegato: “Lavoriamo duramente nelle fattorie durante la stagione delle piogge, ma non raccogliamo abbastanza. Le piogge insufficienti arrivano tardi e distruggono i raccolti. Ho raccolto soldi per comprare un cavallo, ma è morto dopo le piogge. Non possiamo permetterci di affittare un trattore o comprare fertilizzanti e piantine. Abbiamo smesso di coltivare.”

Le Politiche Europee e Italiane

L’Unione Europea, sotto la presidenza di Ursula von der Leyen, ha creato una frammentazione e separazione delle politiche di risposta distinguendo le iniziative del Green Deal Europeo dalla governance della migrazione e dell’asilo attraverso il Nuovo Patto sulla Migrazione e sull’Asilo. Questo patto menziona il cambiamento climatico tra le maggiori sfide globali presenti e future per i flussi migratori, senza però adottare impegni concreti. La protezione per coloro costretti a fuggire per fattori climatici e ambientali è affidata alla competenza nazionale.

In Italia, nonostante le modifiche alle norme sul diritto d’asilo dal 2018, la protezione temporanea “per esigenze umanitarie, conflitti, disastri naturali ed eventi di particolare gravità in Paesi non appartenenti all’Unione Europea” è affiancata dal 2018 da uno strumento, il Permesso di soggiorno per calamità, che dà protezione a chi fugge per cause climatico-ambientali. Tuttavia, il Governo Meloni ha eliminato la possibilità di convertire questo permesso in un permesso di soggiorno per motivi di lavoro e ha limitato le possibilità di rinnovo, garantendo un livello minimo di protezione che non lascia spazio per una maggiore permanenza del beneficiario sul territorio nazionale.

Bullet Executive Summary

In sintesi, il cambiamento climatico sta avendo un impatto significativo sulle migrazioni globali. La ricerca di ActionAid sottolinea la necessità di rafforzare e ampliare gli strumenti di protezione per i migranti climatici, sia a livello europeo che nazionale. La crisi climatica non solo costringe le persone a lasciare le loro case, ma esacerba anche le disuguaglianze esistenti, influenzando profondamente le decisioni migratorie.

Nozione base: Il cambiamento climatico sta causando eventi ambientali estremi che costringono le persone a migrare per sopravvivere. Questi movimenti migratori sono spesso influenzati da disuguaglianze economiche e sociali preesistenti.

Nozione avanzata: La governance internazionale delle migrazioni deve evolversi per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico. È essenziale adottare un approccio multidimensionale che integri politiche climatiche, ambientali e di sviluppo rurale per prevenire spostamenti forzati e promuovere aspetti positivi della mobilità umana.

La riflessione personale che emerge è che il cambiamento climatico non è solo una questione ambientale, ma anche una questione di giustizia sociale. Le politiche migratorie devono essere riformate per garantire che i diritti umani dei migranti climatici siano rispettati e protetti.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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