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10 verità scioccanti sui fondi europei che finanziano abusi sui migranti

Scopri come l'Unione europea finanzia operazioni clandestine in Nord Africa, causando torture e abbandoni nel deserto ai danni dei migranti.
  • Decine di migliaia di migranti abbandonati nel deserto ogni anno grazie ai fondi europei.
  • Investigazioni hanno rilevato 13 incidenti tra luglio 2023 e maggio 2024 in Tunisia.
  • Il Fondo fiduciario dell'Ue ha erogato oltre 400 milioni di euro a Tunisia, Mauritania e Marocco per la gestione della migrazione.

Decine di migliaia di persone vengono “scaricate nel deserto” ogni anno, finendo vittime di torture e rapimenti grazie ai fondi dell’Unione europea. La denuncia arriva da un’inchiesta di Lighthouse Report che dimostra come l’Europa sostenga e finanzi “operazioni clandestine” in Nord Africa per impedire ai migranti e richiedenti asilo di raggiungere le coste europee. I Paesi coinvolti nell’inchiesta sono Tunisia, Marocco e Mauritania, tutti finanziati da Bruxelles per la gestione dell’immigrazione, con sussidi da centinaia di milioni di euro per ciascun Paese nell’ultimo anno.

I funzionari dell’Ue sostengono che i fondi siano spesi correttamente, senza violare i diritti umani, ma le testimonianze video raccolte dall’investigativo dimostrano il contrario. I giornalisti di testate internazionali, come il Washington Post, hanno verificato che questi Stati sono impegnati ad espellere rifugiati e migranti nel deserto in aree remote per impedire loro di proseguire i viaggi verso il vecchio continente. Secondo Lighthouse Report, le persone vengono arrestate “in base al colore della pelle, caricate sugli autobus e portate in mezzo al nulla”, in aree spesso desertiche. Privi di acqua, cibo, assistenza e mezzi di comunicazione, migliaia di uomini e donne diventano vittime di “rapimento, estorsioni, torture, violenza sessuale e morte”. Un destino atroce attende altri, che finiscono nelle mani dei trafficanti di esseri umani, dove vengono torturati in attesa di riscatto.

Operazioni anti-migranti e finanziamenti europei

Le operazioni anti-migranti, note da anni nella capitale europea, prevedono l’uso di soldi, veicoli, attrezzature e intelligence forniti ai governi dei Paesi per “liberarsi dei migranti”. Le ricostruzioni in Tunisia, in collaborazione con il governo italiano, hanno verificato “13 incidenti” tra luglio 2023 e maggio 2024. Radunati in città e porti, le persone vengono trasportate in massa ai confini con la Libia e l’Algeria o consegnate alle forze libiche, per poi essere incarcerate in centri di detenzione.

Una situazione analoga è stata rilevata in Marocco, dove i giornalisti hanno seguito paramilitari e forze ausiliarie che raccolgono migranti dell’Africa sub-sahariana per tre giorni nella capitale Rabat. Le persone vengono caricate su autobus non contrassegnati e abbandonate in aree remote del Paese. In Mauritania, è stato monitorato un centro di detenzione nella capitale Nouakchott, con accesso diretto agli agenti di polizia spagnoli. Dal centro è partito un autobus bianco con migranti, trasportati al confine con il Mali, dove è in corso una guerra e sono presenti miliziani dell’Isis.

Nonostante le rassicurazioni dei funzionari dell’Ue, due fonti di alto livello delle istituzioni europee hanno affermato che è “impossibile” monitorare le modalità con cui vengono spesi i soldi dei cittadini europei che finanziano questi Paesi. Il Fondo fiduciario dell’Ue ha versato nelle casse di Tunisia, Mauritania e Marocco oltre 400 milioni di euro per la gestione della migrazione. Secondo un funzionario del settore, l’obiettivo del Fondo è di “rendere difficile la vita dei migranti”. Se un migrante dalla Guinea viene lasciato nel Sahara in Marocco due volte, la terza volta chiederà di essere riportato volontariamente a casa. La questione è di natura razziale, con le forze di governo dei Paesi che prendono di mira principalmente i migranti dell’Africa subsahariana.

Testimonianze e prove delle violenze

Un’inchiesta congiunta di diverse testate internazionali ha svelato che gli Stati dell’Ue hanno siglato accordi compiendo respingimenti illegali ed esponendo i migranti a fame, sofferenze, violenze, torture, stupri e morte, con la consapevolezza dei vertici di Bruxelles. I reporter, in Marocco, Mauritania e Tunisia, hanno documentato che i migranti, anche persone con uno status legale, vengono arrestati in base al colore della pelle, caricati su autobus e portati in zone aride e desertiche senza assistenza, acqua e cibo, esposti al rischio di rapimento, estorsione, tortura, violenza sessuale e morte. Altri vengono venduti dalle autorità a trafficanti e bande che li torturano per ottenere riscatti dalle famiglie d’origine.

L’operato delle forze di sicurezza di questi Paesi, oltrepassando il confine della legalità, è noto da anni. Le immagini delle violenze all’interno dei centri di detenzione gestiti da milizie e funzionari in contatto con la Guardia Costiera libica sulle coste sono state rese accessibili. Il lavoro del gruppo di giornalisti evidenzia, attraverso documenti riservati, testimonianze e contributi fotografici e video, che queste pratiche non sono sconosciute all’Unione europea, che continua a finanziare i governi e le forze di polizia.

I media hanno intervistato 50 sopravvissuti a espulsioni in Mauritania, Marocco e Tunisia, alcuni dei quali hanno fornito materiale visivo e dati sulla posizione del viaggio, oltre a testimonianze di stati attuali ed ex membri del personale dell’Ue e fonti all’interno delle forze di polizia nazionali e organizzazioni internazionali. Questo ha permesso ai reporter di dimostrare che l’Ue è consapevole dell’esistenza di queste pratiche e, in alcuni casi, direttamente coinvolta.

Il sistema delle espulsioni di massa

Le espulsioni dei migranti in Tunisia, Marocco e Mauritania rappresentano un fenomeno sistemico. Le persone nere vengono arrestate arbitrariamente in città, portate in centri di detenzione e trattenute prima di essere caricate sui veicoli e abbandonate in aree desertiche, remote e inospitali, senza cibo e assistenza. Su una mappa, i luoghi significativi per le fasi delle espulsioni in Tunisia, Marocco e Mauritania sono chiaramente identificabili.

In Tunisia, i punti caldi sono lungo il confine con l’Algeria e la Libia. A Ovest, i migranti vittime di espulsioni nel deserto vengono scaricati nei pressi di Gafsa, Kasserine e Jendouba, alcuni oltre la frontiera con l’Algeria. A Sud-Est, uno snodo cruciale è la zona tra Ben Guerdane e la città libica di Ras Jedir. Le autorità tunisine espellono i migranti nel deserto oppure li consegnano direttamente alle autorità libiche.

In Marocco, i luoghi delle espulsioni dei migranti sono numerosi e diversi: gli arresti arbitrari avvengono in molte città costiere, dalla capitale Rabat. I punti in cui vengono espulsi i migranti includono molti centri dell’interno del Paese, dai confini con l’Algeria al Sahara Occidentale. Un’altra zona interessata dalle espulsioni nel deserto è vicina a Ceuta e Melilla, due enclavi spagnole nel nord del Marocco.

La città costiera di Nouadhibou, nel Nord della Mauritania, è un luogo strategico per i processi di espulsione nel deserto. Da qui partono piroghe cariche di migranti dirette alle isole Canarie, e molte imbarcazioni vengono intercettate in mare dalle forze di sicurezza del Paese africano. In città avvengono molti arresti arbitrari e c’è un centro di detenzione. Le persone vengono espulse nel deserto soprattutto nel Sud-Est del Paese, verso il Senegal e il Mali, in postazioni di frontiera coinvolte in progetti Ue.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la situazione descritta evidenzia un grave problema di violazione dei diritti umani e di gestione della migrazione da parte dei Paesi finanziati dall’Unione europea. Le pratiche di espulsione e abbandono nel deserto, la tortura e la violenza sessuale sono una realtà drammatica che colpisce migliaia di migranti ogni anno. Nonostante le rassicurazioni dei funzionari dell’Ue, è evidente che i fondi europei vengono utilizzati per finanziare abusi e violazioni dei diritti umani.

Nozione base: L’invecchiamento e la cura dei migranti abbandonati nel deserto rappresentano una sfida enorme. La mancanza di assistenza sanitaria e di risorse di base come acqua e cibo accelera il deterioramento fisico e mentale delle persone, rendendo la loro sopravvivenza estremamente difficile.

Nozione avanzata: Le migrazioni forzate e le espulsioni violente non solo mettono a rischio la vita dei migranti, ma creano anche un terreno fertile per conflitti e instabilità sociale. La mancanza di una gestione umana e legale dei flussi migratori può portare a un aumento delle tensioni internazionali e a una crisi umanitaria di vasta portata.

Questa situazione richiede una riflessione profonda e un’azione concreta da parte delle istituzioni internazionali e dei governi nazionali per garantire il rispetto dei diritti umani e la dignità di ogni individuo, indipendentemente dalla sua origine o status legale.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano.(scopri di più)

5 commenti

  1. Non possiamo giustificare abusi e torture con la scusa della gestione dei flussi migratori. Esistono soluzioni più umane e legali che rispettano la dignità delle persone.

  2. D’accordo sul fatto che bisogna rispettare i diritti umani, ma come pensate si possa gestire l’enorme flusso migratorio senza supportare i Paesi di transito?

  3. Prove concrete? Ci sono testimonianze video, sopravvissuti che raccontano gli abusi subiti e documenti riservati! Non si può ignorare così tanto dolore.

  4. Ma davvero credete a queste inchieste? Secondo me è tutta un’esagerazione dei media per fare scandalo. Dove sono le prove concrete?

  5. Questa situazione è intollerabile! I fondi europei dovrebbero essere utilizzati per aiutare, non per finanziare abusi. È ora di rivedere questi accordi!

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