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Sfida demografica in Piemonte: l’invecchiamento della popolazione minaccia l’economia regionale

Il Piemonte affronta un'importante trasformazione demografica con un aumento significativo della popolazione anziana, sollevando interrogativi sulla sostenibilità socioeconomica e il futuro delle generazioni giovani.
  • Il numero di persone di 65 anni o più ha raggiunto quota 1.131.000 nel 2023, rappresentando il 26,6% della popolazione regionale.
  • L'indice di dipendenza è salito a 43 anziani per ogni 100 persone attive nel 2023, rispetto ai 32 di vent'anni fa.
  • La percentuale di posti vacanti nelle imprese è aumentata al 2,3% nel quarto trimestre del 2022, un punto in più rispetto alla media del quinquennio precedente.

Il Piemonte sta vivendo una significativa trasformazione demografica, caratterizzata da un marcato invecchiamento della popolazione. Secondo il rapporto Ires Piemonte del 2023, il numero di persone di 65 anni o più ha raggiunto quota 1.131.000, rappresentando il 26,6% della popolazione regionale. Questa percentuale mostra una notevole evoluzione rispetto al 1951, quando solo il 10% dei piemontesi rientrava in questa fascia di età. Gli individui con età superiore agli 80 anni sono in aumento, costituendo l’8,9% della popolazione rispetto al 5% di vent’anni fa.

L’aumento degli anziani pone interrogativi critici sulla sostenibilità socioeconomica per le generazioni giovani e attive. L’indice di dipendenza, che rappresenta il rapporto tra la popolazione ultrassessantacinquenne e quella tra i 15 e i 64 anni, è salito a 43 anziani per ogni 100 persone attive nel 2023, un incremento significativo rispetto ai 32 di vent’anni fa. Questa dinamica è aggravata dalla riduzione della forza lavoro, che ha visto una diminuzione di 177.000 individui in due decenni, intensificando il carico previdenziale e assistenziale sulle generazioni giovani.

Le prospettive future accentuano ulteriormente questa problematica, con un’escalation dell’invecchiamento. Le province di Biella e Alessandria sono le più colpite, con una percentuale di anziani che potrebbe toccare rispettivamente il 49,7% e il 46,6%. Situazioni meno critiche, ma comunque sfidanti, si riscontrano a Cuneo e Novara, dove il rapporto previsto è del 39% e 39,8%. Entro il 2044, si stima che gli ultrassessantacinquenni rappresenteranno il 34,7% della popolazione piemontese, mentre il numero di economicamente attivi diminuirà di quasi mezzo milione, portando il rapporto tra anziani e attivi a 64 su 100. Questa è una sfida imminente per il mantenimento della stabilità socio-economica della regione.

La sfida demografica nel Cuneese

In linea con quanto avviene in Europa, nei prossimi vent’anni, nel Cuneese si prevede una riduzione della popolazione, sebbene più contenuta rispetto al dato italiano regionale, grazie ai saldi migratori favorevoli. Tuttavia, la tendenza all’invecchiamento demografico rappresenta una grande sfida per la popolazione attiva, che si troverà a sostenere una quota maggiore di popolazione anziana.

Questi temi sono stati al centro di un appuntamento tenutosi giovedì scorso presso la Camera di Commercio di Cuneo, dove esperti nazionali hanno analizzato i dati del report per comprendere meglio la sfida demografica. Tra gli ospiti, il professore di Demografia e Rettore dell’Università Bocconi di Milano, Francesco Billari, ha discusso il tema “Costruire il futuro con le lenti della demografia”, ispirato al saggio di un famoso demografo che studia l’orizzonte del Paese e propone risposte per le grandi sfide.

L’evento ha rappresentato un’occasione per analizzare il presente e il prossimo futuro dell’inverno demografico, con la volontà di trovare nuove risorse per un dibattito costruttivo. Il programma ha previsto interventi di Gianni Aime, responsabile del settore promozione studi e comunicazione della Camera di Commercio di Cuneo, che ha presentato un focus sulle “Tendenze demografiche in provincia di Cuneo”, seguito da un talk con Francesco Billari, intervistato dalla giornalista de La Stampa Nadia Ferrigo. L’evento ha offerto la possibilità di partecipare sia in presenza che da remoto.

La crisi demografica e del lavoro in Piemonte

Il Piemonte, seconda regione italiana più anziana dopo la Liguria, sta affrontando una crisi demografica intensa, con un indice di vecchiaia superiore alla media nazionale. Torino, in particolare, ha perso il 6% dei suoi abitanti negli ultimi dieci anni. Questa crisi non riguarda solo il numero assoluto di abitanti, ma anche la composizione per classi di età, con un numero crescente di persone anziane a fronte di un numero contenuto e in calo di giovani. Questo fenomeno pone un problema di sostenibilità della società e dell’economia, con effetti sull’invecchiamento della popolazione in età da lavoro che impattano sulla difficoltà di reperimento del personale da parte delle imprese.

In Piemonte, secondo dati Ires, la quota di entrate di difficile reperimento per mancanza di candidati è raddoppiata dal 14% nel 2018 al 27,5% nel 2022. La percentuale di posti vacanti nelle imprese con dipendenti nell’industria e nei servizi ha raggiunto nel quarto trimestre del 2022 il 2,3%, un punto in più rispetto alla media del quinquennio precedente. Questo problema è aggravato dalla difficoltà di attrarre e trattenere giovani laureati a Torino, nonostante l’alta qualità dell’offerta formativa delle università locali.

La transizione di Torino da una città industriale a una con una maggiore componente terziaria non è stata completamente riuscita. Il terziario torinese non è qualificato come in città come Milano o Bologna, comportando retribuzioni più contenute. Questo rappresenta un fattore di debolezza che può portare i giovani a cercare opportunità di lavoro altrove. Inoltre, la qualità dell’aria e i modelli di mobilità urbana rappresentano ulteriori sfide per la città.

Il caso del Biellese: longevità e calo della natalità

La Provincia di Biella è al primo posto tra le province piemontesi e italiane per numero di anziani, con circa 276 ogni 100 bambini. Questo fenomeno è interpretato come un segnale di squilibrio demografico, con un aumento dell’indice di invecchiamento che ha superato i 60 punti percentuali negli ultimi dieci anni, passando da 215,6 nel 2011 a 281,5 nel 2021. Questo valore è superiore alla media italiana (183,3) di circa 100 punti percentuali e di 70 punti percentuali rispetto a quella piemontese (215,6).

La dinamica demografica è accompagnata da un aumento del tasso di mortalità e da una contrazione delle nascite. Il tasso di natalità è diminuito da 7 a 5 per mille abitanti dal 2011 al 2021, con un numero medio di figli per donna pari a 1,1. Questo squilibrio generazionale pone sfide alla sostenibilità del welfare pubblico, riducendo il numero di coloro in età lavorativa che contribuiscono al finanziamento del sistema previdenziale e di protezione sociale.

L’invecchiamento della popolazione porta con sé un carico maggiore di patologie croniche, comprese quelle disabilitanti. La Provincia di Biella, con circa 27 anziani ogni 10 bambini, rischia di diventare un fattore di insostenibilità economica per i crescenti bisogni di cura e la riduzione della forza lavoro. L’assistenza e la cura nell’epoca delle “generazioni sandwich” vedono gli adulti tra i 45 e i 60 anni stretti tra i carichi di cura dei figli piccoli e dei genitori invecchiati.

Bullet Executive Summary

Il Piemonte sta affrontando una sfida demografica significativa con un invecchiamento crescente della popolazione. Questo fenomeno pone interrogativi critici sulla sostenibilità socioeconomica, con un aumento dell’indice di dipendenza e una riduzione della forza lavoro. Le province di Biella e Alessandria sono le più colpite, mentre Cuneo e Novara presentano situazioni meno critiche ma comunque sfidanti. La crisi demografica e del lavoro in Piemonte è aggravata dalla difficoltà di attrarre e trattenere giovani laureati, con un impatto negativo sulla capacità del sistema produttivo di reagire alla crisi demografica.

Vivere più a lungo non equivale necessariamente a vivere meglio. L’invecchiamento della popolazione porta con sé un carico maggiore di patologie croniche e disabilitanti, ponendo sfide alla sostenibilità del welfare pubblico. Le politiche future dovranno concentrarsi su tre aree di intervento: promuovere la conciliazione tra vita personale e lavorativa, migliorare la formazione e l’acquisizione di competenze avanzate, e rafforzare i sistemi di domiciliarità per gli anziani. Inoltre, sarà cruciale gestire attivamente i flussi migratori per bilanciare la porzione di cittadini in età attiva rispetto a quelli in pensione.

In conclusione, il Piemonte deve affrontare con urgenza le sfide demografiche e socioeconomiche poste dall’invecchiamento della popolazione. Le scelte di policy dovranno essere ponderate e integrate, mirando a spezzare il cerchio dell’invecchiamento, della solitudine e della fragilità, incentivando il ricambio generazionale e migliorando le condizioni di vita e di lavoro per le nuove generazioni.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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