Scopri perché la Gen Z teme i 30 anni più delle generazioni precedenti

La Generazione Z, composta dai nati tra il 1998 e il 2012, sta mostrando segnali preoccupanti di una crescente paura di invecchiare. Questo fenomeno è particolarmente evidente sui social media, in particolare su TikTok, dove gli hashtag come #fearo ofturning30 e #30phobia raccolgono migliaia di video e testimonianze. La maggior parte di questi contenuti proviene da giovani, soprattutto ragazze, che esprimono il loro timore di perdere il fascino e di vedere comparire le prime rughe. Questo timore non è limitato agli adolescenti, ma si estende anche ai bambini, come dimostra il caso della figlia di Kim Kardashian, Penelope, che a soli 10 anni è già dipendente dai prodotti di bellezza anti-age.

Sui Social e la preoccupazione per i 30 anni

Se è vero che i social media sono specchi delle tendenze culturali, allora la Generazione Z sembra avere un rapporto complicato con l’età
Perdendosi tra i vari video su TikTok con l’hashtag #fearo ofturning30, è evidente come molti giovani, soprattutto donne, esprimano il loro timore di invecchiare.
Adelia Luccattini, psichiatra e psicoanalista, sottolinea che i 30 anni rappresentano un’età di svolta. Un tempo era l’età considerata migliore per il matrimonio e l’inizio di una famiglia. Oggi, anche se le aspettative sono cambiate, sulle donne rimane una certa pressione sociale. Da un punto di vista psicologico e fisico, si è giovani, ma anche ormai adulti.

La ricerca di eternità giovanile

Un esempio rappresentativo di quest’ansia per l’invecchiamento è la figlia di Kim Kardashian, Penelope, che utilizzare prodotti di cura della pelle contro le rughe già a soli 10 anni. Diversi medici, come la dermatologa Anjali Mahto, hanno espresso preoccupazione per l’uso di ingredienti come la vitamina C, i retinoidi e gli acidi esfolianti da parte dei giovani. Tali cose non sono adatte a una pelle giovane e l’impatto psicologico di avviare pratiche anti-invecchiamento così presto può essere dannoso. La pressione della società, specie sulle ragazze della Generazione Z, è evidente. Phillippa Diedrichs, professoressa di Psicologia, sottolinea che c’è una pressione sulle donne che le porta a manipolare e modificare il loro corpo, aumentando l’auto-oggettificazione.

Il confronto con le generazioni precedenti

In passato, c’era un maggior rapporto diretto con madri e nonne, che si vedevano invecchiare di più.
Oggi, le madri sono anche affascinanti, ancora attraenti e in grado di mantenere una certa seduttività; loro sono le compagne e consorti. Per le giovani, non sono modelli di donne anziane come un tempo e il confronto può pesare.
La Generazione X e i baby boomers, invece, sembrano accettare meglio il passare del tempo. Dopo i 40 e i 50 anni, la paura di invecchiare diminuisce e si tende a incamerare nella propria quotidianità tutte le pratiche per invecchiare bene – creme cosmetiche, attività fisica adeguata e cura dei capelli sono infatti mete comunemente adottate nel quotidien

Bullet Executive Summary

La paura di invecchiare tra i giovani della Generazione Z è un fenomeno complesso e multifattoriale, alimentato dai social media e dalle pressioni sociali. Questa generazione, cresciuta con filtri Instagram e app che modificano i connotati, è particolarmente sensibile ai segni dell’invecchiamento. Tuttavia, è importante ricordare che l’invecchiamento è un processo naturale e inevitabile, e che la vera bellezza risiede nell’accettazione di sé stessi e nel prendersi cura del proprio corpo e della propria mente in modo sano e sostenibile.

Nozione base: L’invecchiamento è un processo naturale che inizia già dalla pubertà, quando il corpo smette di crescere e inizia la sostituzione cellulare. È importante prendersi cura di sé stessi, ma senza ossessionarsi con prodotti anti-age fin da giovanissimi.

Nozione avanzata: La pressione sociale e i canoni di bellezza imposti dai media possono avere un impatto negativo sulla salute mentale dei giovani. È fondamentale promuovere un’educazione alla bellezza inclusiva e autentica, che valorizzi la diversità e l’unicità di ogni individuo, e che incoraggi un approccio sano e sostenibile alla cura di sé.