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- L'età media di pensionamento in Italia è di 64 anni, inferiore ai 67 anni previsti per legge.
- La FILDA propone l'eliminazione del minimo contributivo di 20 anni per una maggiore equità.
- Introdotta la possibilità di un part-time pensione/lavoro a partire dai 61/62 anni per una maggiore flessibilità.
L’ultima seduta della Consulta Nazionale della FILDA (Federazione Italiana Lavoratori Dipendenti Autonomi) ha portato alla ribalta il tema cruciale delle pensioni e del sistema previdenziale italiano. La discussione si è incentrata sui dati forniti dall’ultimo rapporto dell’INPS, che ha rivelato come l’età media effettiva di pensionamento in Italia sia di poco superiore ai 64 anni. Questo dato è significativamente inferiore rispetto all’età di 67 anni prevista dalla legge Fornero, in vigore dal 2012. La discrepanza tra l’età effettiva e quella legale di pensionamento evidenzia che molti lavoratori riescono a ritirarsi prima del previsto, creando una media che si attesta sui 64 anni. Questo scenario ha spinto la FILDA a proporre una serie di cambiamenti volti a rendere il sistema pensionistico più equo, in linea con l’articolo 3 della Costituzione italiana, che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
Proposte di Riforma della FILDA
La FILDA ha avanzato diverse proposte per riformare il sistema pensionistico italiano, cercando di eliminare le disparità attualmente esistenti. Tra le principali proposte vi è l’eliminazione del minimo contributivo di 20 anni, che attualmente rappresenta una barriera per molti lavoratori. Un’altra proposta riguarda la creazione di una regolamentazione uniformata che consenta di applicare le stesse modalità e coefficienti assicurativi a tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro settore pubblico, privato, o autonomo. Un altro punto chiave è l’introduzione di un’età pensionabile unica per tutti, accompagnata dalla possibilità, a partire dai 61/62 anni, di optare per un part-time pensione/lavoro. La FILDA propone anche l’adozione di un sistema contributivo per tutti e una maggiorazione della pensione a 70 anni, con un minimo garantito di 1000 euro. Queste misure mirano a garantire un trattamento pensionistico più equo e uniforme per tutti i cittadini.
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Le Dichiarazioni del Segretario della FILDA
Carmine Piccolo, segretario della FILDA, ha espresso con forza la necessità di una riforma radicale del sistema pensionistico italiano. Ha sottolineato che l’attuale sistema non riesce a sostenere adeguatamente le fasce più deboli della popolazione, e che è imperativo ridisegnare il sistema delle pensioni secondo il principio dell’uguaglianza. Piccolo ha dichiarato che le disparità e le diversità all’interno del sistema pensionistico non sono più tollerabili e che è giunto il momento di intervenire. Ha ribadito che, sebbene la Costituzione italiana affermi che tutti i cittadini sono uguali, il sistema pensionistico attuale non rispecchia questo principio, rendendo necessarie delle modifiche significative.
Verso un Futuro di Equità Previdenziale
La proposta di riforma avanzata dalla FILDA rappresenta un passo significativo verso un sistema pensionistico più equo e sostenibile. L’eliminazione delle disparità attuali potrebbe portare a una maggiore giustizia sociale, garantendo a tutti i lavoratori un trattamento pensionistico dignitoso e uniforme. La possibilità di scegliere un part-time pensione/lavoro a partire dai 61/62 anni offre inoltre una maggiore flessibilità, permettendo ai lavoratori di adattare il loro percorso lavorativo alle proprie esigenze personali e familiari. La FILDA, attraverso queste proposte, cerca di promuovere un sistema che rispecchi i principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione, garantendo a tutti i cittadini un futuro previdenziale più sicuro e giusto.
In un contesto di invecchiamento della popolazione, è fondamentale comprendere che un sistema pensionistico sostenibile deve essere in grado di adattarsi ai cambiamenti demografici e sociali. La nozione di equità previdenziale diventa quindi centrale, poiché solo attraverso un sistema equo è possibile garantire un futuro dignitoso a tutte le generazioni. Un sistema pensionistico equo non solo sostiene i lavoratori attuali, ma assicura anche che le future generazioni possano beneficiare di un trattamento giusto e adeguato. La riflessione su questi temi ci invita a considerare l’importanza di un approccio previdenziale che tenga conto delle esigenze di tutti i cittadini, promuovendo un modello di società più giusto e inclusivo.