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- Accesso alla pensione a partire dai 64 anni grazie alla previdenza complementare.
- Aumento dei requisiti contributivi: da 20 anni nel 2025 a 30 entro il 2030.
- Le lavoratrici madri con quattro o più figli possono anticipare la pensione di 16 mesi.
- Possibile ritenuta fiscale del 5% per ex frontalieri di San Marino.
La revisione del sistema previdenziale prevista per il 2025 genera intensi scambi di opinioni e critiche incisive, soprattutto riguardo alle conseguenze socio-economiche, in particolare quelle legate a gender gap e disuguaglianze tra diverse fasce generazionali. Mentre vi è chi interpreta la previdenza complementare come un meccanismo imprescindibile da attuare nel lungo termine, dal canto opposto emerge il timore che questa misura possa aggravare i divari esistenti. Inoltre, rimane insoluta anche la tematica della tassazione concernente gli ex frontalieri di San Marino; si continua infatti a dibattere circa l’applicazione di una potenziale ritenuta fiscale pari al 5%.
La riforma delle pensioni del 2025 offre uno spunto per riflettere su come il sistema previdenziale possa evolvere per rispondere alle sfide demografiche e sociali del nostro tempo. Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, unito alla crescente esigenza di assicurare a ogni lavoratore una pensione decorosa, impone l’urgenza di soluzioni innovative e ben strutturate. La previdenza complementare si profila come potenziale chiave risolutiva; tuttavia, rimane cruciale garantirne l’accessibilità per ciascuna categoria professionale affinché non alimenti nuove forme di disuguaglianza.
In questa epoca caratterizzata da carriere sempre più discontinue, è imperativo adottare politiche finalizzate a preservare la continuità dei contributi ed esaltare il ruolo femminile nel panorama occupazionale. La vera sostenibilità del sistema pensionistico, infatti, si fonda sulla sua abilità nell’adattarsi agli sviluppi economici e sociali contemporanei pur mantenendo principi di equità ed inclusività per tutti gli individui della società.