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Microbioma intestinale e longevità: come un intestino sano può influenzare l’invecchiamento

Scopri come il microbioma intestinale può essere la chiave per un invecchiamento sano, influenzando la salute cardiovascolare e riducendo il rischio di malattie croniche
  • Il microbioma intestinale, composto da oltre 100 trilioni di microrganismi, è fondamentale per la salute umana.
  • Uno studio su 19.268 individui ha rivelato che i soggetti con disturbi metabolici hanno un rischio maggiore del 75% di sviluppare malattie cardiovascolari.
  • La diminuzione della produzione di SCFA nel microbiota intestinale è correlata con l'immunosenescenza e l'aumento della fragilità negli anziani.

Il microbioma intestinale, una complessa comunità di oltre 100 trilioni di microrganismi che abitano il nostro intestino, ha un ruolo cruciale nella nostra salute, influenzando la digestione, la produzione di vitamine, l’immunità e le funzioni cognitive. La ricerca scientifica ha evidenziato il potenziale del microbioma intestinale come chiave per promuovere un invecchiamento sano e nuove prospettive di salute per una longevità migliorata.

Microbioma e Malattie Cardiovascolari

Un team di ricercatori cinesi ha focalizzato l’attenzione sull’interazione tra microbioma intestinale, età e metabolismo, e l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, ha coinvolto un campione di 19.268 individui di età compresa tra 40 e 93 anni. I soggetti sono stati suddivisi in cluster di “multimorbilità” di due patologie croniche. Il gruppo MC1 comprendeva individui metabolicamente sani, mentre il gruppo MC4 mostrava disturbi metabolici associati all’obesità e il gruppo MC5 presentava disturbi metabolici con alti livelli di zucchero nel sangue.

Nel corso di 10-11 anni, i soggetti del gruppo MC4 hanno mostrato un rischio maggiore del 75% di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto al gruppo MC1, mentre il gruppo MC5 ha evidenziato un aumento del rischio del 117%. I ricercatori hanno analizzato campioni fecali di 491 individui per stabilire correlazioni con i microbi intestinali dei vari gruppi di multimorbilità. È stata riscontrata una correlazione significativa tra microbioma ed età, con un cambiamento nella composizione del microbioma con l’età, convalidato utilizzando una coorte esterna di 4.425 individui.

Microbiota Intestinale e Invecchiamento

Il processo di invecchiamento porta a un declino delle funzioni fisiologiche e a un deterioramento del sistema immunitario, noto come immunosenescenza. Questo stato di attività infiammatoria basale è correlato con la morbilità e la mortalità nelle persone anziane, ed è un importante fattore di rischio per patologie associate all’età come le malattie di Alzheimer e Parkinson. Il tratto gastrointestinale non è immune dall’invecchiamento, e con l’età si verificano alterazioni che possono comportare lo sviluppo di patologie gastrointestinali.

Studi hanno dimostrato una diminuzione della diversità della composizione del microbiota intestinale negli anziani, con una ridotta abbondanza di specie che producono butirrato. Gli acidi grassi a catena corta (SCFA) come acetato, propionato e butirrato giocano un ruolo nella modulazione della risposta immunitaria, inibendo la produzione di mediatori dell’infiammazione. La diminuzione della produzione di SCFA può spiegare l’immunosenescenza e l’aumento della fragilità negli anziani.

Fattori che Influenzano il Microbiota Intestinale negli Anziani

Diversi fattori possono indurre cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale di un individuo, tra cui razza, etnia, uso di droghe e abitudini di vita e dieta. Studi hanno dimostrato un legame tra la composizione del microbiota intestinale e una dieta sana e diversificata. Una dieta meno diversificata è legata a una diminuzione della diversità del microbiota intestinale, correlata con l’aumento della fragilità, marcatori infiammatori e parametri di salute compromessi.

La terapia antibiotica prolungata influenza la modulazione del microbiota intestinale e la formazione e deposizione di proteina amiloide, che ha un ruolo nella malattia di Alzheimer. Studi in vivo e in vitro hanno mostrato una correlazione tra la deposizione di amiloide-ß (Aß) e tau nel cervello, legata alla malattia di Alzheimer, e la produzione di lipopolisaccaride (LPS) da parte del microbiota. È stato dimostrato che la somministrazione orale di Lactobacillus brevis OW38 a topi anziani rafforza le giunzioni intestinali a tenuta stagna, riduce i livelli di LPS circolante e l’espressione di citochine pro-infiammatorie.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il microbioma intestinale rappresenta una frontiera promettente nella ricerca sulla longevità e la medicina preventiva. Un microbioma intestinale equilibrato è fondamentale per mantenere una forte barriera intestinale, regolare il sistema immunitario e ridurre l’infiammazione, tutti fattori coinvolti in condizioni legate all’età. La diversità del microbioma tende a diminuire con l’età, ma una dieta sana e diversificata, l’uso di probiotici e prebiotici, e uno stile di vita attivo possono contribuire a mantenere la salute del microbioma intestinale.

Nozione base: L’invecchiamento comporta un declino delle funzioni fisiologiche e un deterioramento del sistema immunitario, noto come immunosenescenza, che aumenta il rischio di patologie associate all’età.

Nozione avanzata: La diminuzione della produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) come butirrato, acetato e propionato, prodotti dal microbiota intestinale, può spiegare l’immunosenescenza e l’aumento della fragilità negli anziani, influenzando negativamente la loro salute generale.

Il microbioma intestinale rappresenta una chiave fondamentale per sbloccare un invecchiamento sano e migliorare la longevità. Nutrendo il nostro microbioma intestinale con una dieta ricca di fibre, frutta, verdura e cibi fermentati, e mantenendo uno stile di vita attivo, possiamo supportare le difese naturali del nostro corpo e aspirare a una vita lunga e sana.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)

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