Il covid-19 e l’invecchiamento biologico: nuove scoperte dall’università di Padova

Il Covid-19, anche in forma lieve, ha dimostrato di accelerare l’invecchiamento biologico attraverso infiammazioni e stress ossidativo. Questo fenomeno, rilevato in modo più frequente negli uomini, è stato studiato da un gruppo interdisciplinare dell’Università di Padova e pubblicato sul Journal of Molecular Sciences. La ricerca ha considerato il marcatore biologico della metilazione del DNA (DnamAge), che indica l’età biologica delle cellule.

A un anno dal contagio, è stato riscontrato un invecchiamento biologico accelerato nelle cellule dell’espettorato rispetto ai leucociti del sangue e alle cellule nasali. Questa evidenza suggerisce che il tessuto polmonare sia particolarmente vulnerabile anche in soggetti con sintomatologia lieve o assente. I dati indicano che l’invecchiamento biologico è maggiormente associato al genere maschile, con un rischio aumentato per chi presenta glicemia alta e alti livelli di colesterolo LDL.

Lo studio è stato condotto su 76 operatori sanitari contagiati durante la prima ondata, con sintomi lievi. Un anno dopo l’infezione, il 30% del campione ha sperimentato sintomi persistenti come difficoltà respiratoria (dispnea) e problemi cognitivi (problemi di concentrazione, memoria e ansia).

Impatto del Covid-19 sul Sistema Immunitario e Neurologico

Il Covid-19 non solo accelera l’invecchiamento biologico, ma può anche favorire l’invecchiamento cerebrale. Uno studio recente pubblicato su Nature Aging ha indicato che l’infiammazione prolungata causata dal virus può indurre un invecchiamento cerebrale pari a 10-20 anni. Questo è testimoniato dal riscontro di marcatori simili a quelli della senescenza nel cervello di persone infettate.

La prolungata infiammazione pone interrogativi sul futuro della pandemia e sulle possibili conseguenze a lungo termine, come il decadimento cognitivo. La sindrome nota come Long Covid è caratterizzata da sintomi di compromissione cognitiva, derivanti dalla prolungata infiammazione post-contagio. Questa condizione può protrarsi per 1-4 mesi, soprattutto nella sfera psichica.

Il Long Covid può manifestarsi in vari modi, tra cui difficoltà respiratorie, problemi circolatori, ansia, depressione e brain fog (difficoltà di concentrazione e memoria). L’invecchiamento precoce del sistema immunitario, noto come immunosenescenza, potrebbe essere una delle cause principali di questi sintomi.

Effetti del Covid-19 sulla Pelle e Annessi Cutanei

Le manifestazioni cutanee legate al Covid-19 sono ormai un fenomeno noto. Studi hanno dimostrato che il 20% dei malati può manifestare segni cutanei, suddivisi in sintomi simili all’orticaria e infiammazioni dei vasi sanguigni. Un altro aspetto emerso è il legame tra l’infezione da SARS-CoV-2 e l’invecchiamento della pelle e degli annessi cutanei.

La dottoressa Lucia Brambilla ha spiegato che il virus del Covid-19 agisce sul DNA, causando un accorciamento dei telomeri nelle cellule infettate. Questo danno è simile a quello dell’invecchiamento fisiologico. Altre ricerche hanno evidenziato che il virus induce senescenza cellulare e danni al DNA, contribuendo alla sindrome post-Covid-19.

Tra i segni dell’invecchiamento cutaneo post-Covid-19, sono stati descritti fenomeni come la comparsa di lentiggini, ipercromie, cheratosi attiniche e alopecia. Le unghie possono mostrare alterazioni come linee di Beau e di Mees, mentre i capelli possono presentare telogen effluvium e alopecia areata.

Bullet Executive Summary

Il Covid-19 ha dimostrato di avere un impatto significativo sull’invecchiamento biologico, immunitario e cutaneo. L’infezione accelera l’invecchiamento delle cellule, favorisce l’immunosenescenza e può causare un invecchiamento cerebrale pari a 10-20 anni. Questi effetti sono particolarmente evidenti nei soggetti con sintomatologia lieve o assente, e possono portare a sintomi persistenti come difficoltà respiratorie, problemi cognitivi e manifestazioni cutanee.

La comprensione di questi fenomeni è cruciale per sviluppare strategie di gestione personalizzate e interventi di supporto per le persone suscettibili alle conseguenze a lungo termine del virus. La ricerca continua a esplorare le molteplici manifestazioni del Long Covid, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti e mitigare gli effetti dell’invecchiamento accelerato.

Alla luce di queste scoperte, è importante riflettere su come il Covid-19 abbia messo in evidenza la fragilità del nostro sistema immunitario e la necessità di strategie di prevenzione e cura più efficaci. L’invecchiamento biologico accelerato e le sue conseguenze richiedono un approccio multidisciplinare che coinvolga non solo la medicina, ma anche la ricerca scientifica e le politiche sanitarie.

Inoltre, la pandemia ha sottolineato l’importanza di uno stile di vita sano e di interventi mirati per mantenere la funzionalità del sistema immunitario. Attività fisica, dieta equilibrata e gestione dello stress possono giocare un ruolo cruciale nel mitigare gli effetti dell’invecchiamento precoce indotto dal Covid-19.

Infine, è fondamentale continuare a monitorare e studiare gli effetti a lungo termine del Covid-19 per preparare la società alle possibili conseguenze future e sviluppare nuove strade per comprendere e affrontare questa complessa malattia.