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Crisi sanitaria nel Mezzogiorno: perché il PNRR potrebbe non bastare

Nonostante le promesse del PNRR, la sanità pubblica nel Mezzogiorno d'Italia affronta sfide significative tra riduzione delle spese, mancanza di personale e disparità territoriali.
  • Il PNRR prevede la destinazione del 40% degli investimenti nelle regioni meridionali, ma a gennaio 2024 solo il 7,4% dei fondi era stato speso.
  • Il saldo negativo tra pensionati e nuovi specialisti è stato di 15.585 tra il 2015 e il 2022.
  • Nel 2019 e 2020 si sono persi circa 1.301.000 ricoveri tra urgenti e programmati.

La Sanità Pubblica nel Mezzogiorno: Un Futuro Incerto

La sanità pubblica nel Mezzogiorno d’Italia si trova di fronte a sfide significative, nonostante le promesse e le risorse allocate attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il PNRR rappresenta un’opportunità unica per rinnovare e qualificare la sanità nel nostro Paese, ma la sua efficacia dipende dalla volontà politica di ridare centralità alla sanità pubblica come riferimento per la gestione dei servizi.

Il governo Meloni ha vantato un aumento dei finanziamenti alla sanità, ma i dati mostrano una realtà diversa. La spesa sanitaria in Italia, in rapporto al PIL, è destinata a calare dal 6,6% al 6,4% tra il 2023 e il 2024. Questo dato è inserito in una dinamica di bassa spesa pubblica nel settore, che è in decrescita dal 2009. La riduzione delle spese sanitarie ha effetti negativi sulla crescita economica, riducendo la produttività del lavoro e aumentando le ore non lavorate.

Le criticità del PNRR sono molteplici. Il timing ravvicinato richiede l’implementazione di tutti gli obiettivi entro la fine del 2026, ma le amministrazioni pubbliche, in particolare i Comuni, stanno faticando a mettere a terra i cantieri previsti. Inoltre, c’è uno sbilancio tra i costi e i finanziamenti per realizzare i nuovi servizi territoriali. I finanziamenti erogati dalla UE sono per due terzi da restituire, e non sono previsti finanziamenti per nuovo personale, solo per la formazione di 300.000 operatori sanitari e sociosanitari e 5.000 middle manager.

Il numero abnorme di prestazioni e ricoveri saltati nel 2019 e 2020 rappresenta un’altra sfida. Nei primi due anni di pandemia, il numero dei ricoveri urgenti saltati è stato di circa 554.000 e i ricoveri programmati di 747.000, per un totale di circa 1.301.000 ricoveri. Anche le prestazioni di diagnostica hanno visto una riduzione abnorme, pari a 144.563.000.000. Nel 2021, i ricoveri urgenti sono in recupero con un +501.158, ma quelli programmati sono ancora sotto del 16% rispetto ai valori prepandemici.

Il Problema del Personale Sanitario

La mancanza di personale è una delle criticità più gravi. Dal 2005, il blocco del turnover ha portato a una riduzione significativa del personale medico e infermieristico. Tra il 2015 e il 2022, il saldo negativo tra pensionati e nuovi specialisti è stato di 15.585. Nei prossimi cinque anni, 29.331 medici ospedalieri andranno in quiescenza, e mancano almeno altri 13.000 per coprire il fabbisogno. Il fabbisogno al 2027 è quantificabile in 42.331 ospedalieri mancanti.

Il problema si estende anche agli infermieri. Attualmente, ci sono 264.000 infermieri in organico, ma ne mancano già 13.000 per coprire i buchi di organico. Stando alla programmazione dei Corsi di Laurea in Scienze Infermieristiche, al 2027 completeranno la formazione 61.760 infermieri, ma siamo lontani dagli obiettivi formativi adeguati ai fabbisogni.

I Medici di Medicina Generale (MMG) sono un altro punto critico. Oggi ci sono 40.250 MMG in servizio, ma tra il 2022 e il 2027 ne andranno in quiescenza 11.261. La borsa di studio dei neolaureati che si iscrivono a un Corso di formazione triennale per MMG è pari a 11.000 euro annui, mentre quella per le Scuole di Specialità è pari a 26.000 euro annui, un differenziale molto alto che scoraggia molti giovani medici.

Le Disparità Territoriali

Le disparità territoriali nell’erogazione dei servizi sanitari sono significative, in particolare nel Mezzogiorno. L’ultimo Rapporto SVIMEZ e Save the Children del febbraio 2024 evidenzia che il Mezzogiorno è l’area con i servizi di prevenzione e cura più carenti e le distanze da percorrere per l’assistenza sono maggiori. L’emigrazione sanitaria è elevata, con “indici di fuga” dal Sud in crescita.

Due dispositivi hanno penalizzato il Sud: il criterio della spesa storica, che ha riprodotto le diseguaglianze territoriali esistenti, e la mancata considerazione della deprivazione sociale fra i criteri di ripartizione del Fondo sanitario nazionale. La riduzione dei finanziamenti al SSN è associata anche alla riduzione della spesa pubblica per la ricerca. Dal 2008, la spesa pubblica per R&S in Italia ha subito una costante riduzione, attestandosi allo 0,55% del PIL, per aumentare nell’ultimo triennio allo 0,65%. La spesa privata raggiunge l’1,46% del PIL, una percentuale inferiore a quella dei principali Paesi europei.

Il Futuro della Sanità Pubblica

Il futuro della sanità pubblica nel Mezzogiorno dipende dal buon esito del PNRR. Il Piano prevede la destinazione del 40% degli investimenti nelle regioni meridionali, ma a gennaio 2024 era stato speso solo il 7,4% dei fondi previsti. Il 75% dei progetti è in ritardo, segnalando significativi ritardi negli appalti, soprattutto nel Mezzogiorno. Questo fenomeno deriva dal sottodimensionamento della pubblica amministrazione, generato dai blocchi delle assunzioni e dall’elevata età media dei dipendenti pubblici, imputabile al mancato ricambio generazionale.

La sanità pubblica nel Mezzogiorno è quindi a un bivio. La pandemia ha evidenziato l’importanza di un sistema sanitario pubblico forte e ben finanziato, ma le sfide sono molteplici. La riduzione delle spese sanitarie, la mancanza di personale e le disparità territoriali sono problemi che richiedono soluzioni urgenti e coordinate. Il PNRR rappresenta un’opportunità unica, ma la sua efficacia dipenderà dalla capacità di superare queste sfide e di implementare le riforme necessarie.

Bullet Executive Summary

In sintesi, la sanità pubblica nel Mezzogiorno d’Italia è di fronte a una serie di sfide significative, nonostante le risorse allocate attraverso il PNRR. La riduzione delle spese sanitarie, la mancanza di personale e le disparità territoriali sono problemi che richiedono soluzioni urgenti e coordinate. Il futuro della sanità pubblica dipende dalla capacità di superare queste sfide e di implementare le riforme necessarie.

Una nozione base di invecchiamento e cura è che l’invecchiamento della popolazione richiede un aumento delle risorse per la sanità pubblica. Tuttavia, la riduzione delle spese sanitarie in Italia contrasta con questa necessità, mettendo a rischio la qualità dei servizi sanitari. Una nozione avanzata è che l’invecchiamento della popolazione non solo aumenta la domanda di cure, ma richiede anche un ripensamento dei modelli di assistenza, con un maggiore focus sulla prevenzione e sulla gestione delle malattie croniche.

Per quanto riguarda le migrazioni, la mancanza di opportunità nel Mezzogiorno ha portato a un’emigrazione giovanile significativa, aggravando il problema dell’invecchiamento della popolazione. Una nozione avanzata è che le politiche di sviluppo economico e sociale devono essere integrate con le politiche sanitarie per creare un ambiente che trattenga i giovani e attragga nuovi residenti.

In termini di sicurezza, la pandemia ha evidenziato l’importanza di un sistema sanitario pubblico forte e ben finanziato per affrontare le emergenze sanitarie. Una nozione avanzata è che la sicurezza sanitaria richiede un approccio integrato che consideri anche i fattori ambientali e sociali che influenzano la salute.

Per quanto riguarda la vita di coppia e l’accoppiamento, la pandemia ha avuto un impatto significativo sulle relazioni personali, con un aumento delle dipendenze patologiche come il gioco d’azzardo e l’alcolismo. Una nozione avanzata è che il supporto psicologico e sociale è essenziale per affrontare questi problemi e promuovere il benessere delle coppie e delle famiglie.

Infine, per quanto riguarda le pensioni e la sostenibilità del sistema pensionistico, l’invecchiamento della popolazione rappresenta una sfida significativa. Una nozione avanzata è che la sostenibilità del sistema pensionistico richiede politiche che promuovano l’occupazione giovanile e l’inclusione sociale, oltre a un adeguato finanziamento della sanità pubblica.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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