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Come sta cambiando l’assistenza domiciliare agli anziani fragili in Italia?

L'assistenza domiciliare per gli over-65 è in forte crescita, ma sono ancora molte le sfide da affrontare per garantire una cura adeguata e continua.
  • Il numero di anziani assistiti a domicilio è aumentato da 252.000 nel 2014 a quasi 550.000 nel 2023.
  • Oltre 80.000 anziani in più sono stati assistiti a domicilio nel 2023 rispetto al 2022.
  • Circa 404.235 ultra 65enni hanno ricevuto cure residenziali (RSA) nell'ultimo anno.
  • Nei prossimi 20 anni, circa 6 milioni di over-65 saranno a rischio di isolamento.
  • Il costo economico della gestione dei pazienti con demenza è di 23,6 miliardi di euro, di cui oltre il 60% a carico delle famiglie.

In Italia, il bisogno di assistenza domiciliare per gli anziani è enorme. Nonostante un trend di crescita delle cure a domicilio per gli over-65, il numero di anziani assistiti è passato dai 252.000 (1,95% del totale) nel 2014 ai quasi 550.000 (3,89%) del 2023. Secondo i dati delle Regioni e del Ministero della Salute, oltre 80.000 anziani in più sono stati assistiti a domicilio nell’ultimo anno rispetto al 2022. Tuttavia, questo dato positivo non trova riscontro nel “mondo reale”.

Un altro 2,88% degli ultra 65enni (404.235 persone) ha ricevuto cure residenziali (RSA) nell’ultimo anno. Un’accelerazione dell’offerta di servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) e Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) è prioritaria per evitare che la mancata gestione dell’invecchiamento diventi una vera malattia per il Paese. L’Italia è chiamata a fare i conti con le conseguenze della pressione demografica: l’aumento del carico di cronicità, disabilità e non autosufficienza amplificano i bisogni di salute, in un contesto di assottigliamento delle reti familiari.

Le Sfide dell’Invecchiamento e delle Malattie Neurodegenerative

Nei prossimi 20 anni, all’incirca 6 milioni di over-65 saranno a rischio di isolamento. Il 64% delle persone con demenza, una delle principali cause di perdita di autonomia negli anziani, non è preso in carico da strutture sociosanitarie, un onere fortissimo per milioni di famiglie. Con meno assistenza domiciliare, aumentano gli accessi al Pronto Soccorso e i ricoveri inappropriati, con una spesa a carico del servizio sanitario.

Questo emerge dall’Indagine 2024 di Italia Longeva, che fotografa l’andamento della long-term care nel nostro Paese e dell’assistenza territoriale offerta ai cittadini fragili in risposta a diversi livelli di intensità dei bisogni. Il report è stato presentato oggi al Ministero della Salute, durante la nona edizione degli “Stati Generali dell’assistenza a lungo termine – Long-Term Care NINE”, l’appuntamento annuale di Italia Longeva che riunisce gli attori coinvolti nella gestione dell’assistenza agli anziani.

Il Ruolo Cruciale dell’Assistenza Domiciliare Integrata

“Leggiamo con ottimismo i numeri sull’ADI forniti dalle Regioni. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie correlate – diabete, patologie cardiovascolari, demenze – impongono di premere l’acceleratore per potenziare in modo omogeneo l’assistenza sul territorio”, commenta Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva. “L’ADI è l’unica risposta del servizio sanitario per l’assistenza agli anziani. Pensiamo agli accessi in Pronto Soccorso e ai ricoveri inappropriati, alla necessità di garantire la messa in sicurezza dei pazienti fragili dimessi dall’ospedale, privi di supporto familiare”.

Si calcolano 600.000 giornate di degenza inappropriate all’anno per gli over-70 (fonte Agenas, dati SDO 2019), per la gestione di cronicità come diabete e ipertensione, che contribuiscono al sovraffollamento degli ospedali e all’aumento delle liste d’attesa, con dimissioni tardive per la mancata disponibilità di presa in carico sul territorio. “Potenziare i servizi di long-term care e le cure domiciliari”, aggiunge Bernabei, “significa costruire un ponte tra ospedale e casa, dare un’assistenza congrua agli anziani”.

La Distribuzione Geografica delle Cure Domiciliari e Residenziali

L’urgenza di rafforzare l’offerta di long-term care è legata al peso crescente delle malattie neurodegenerative in un Paese con 14,3 milioni di anziani, di cui oltre 4,5 milioni sono ottantenni. Le previsioni stimano che la quota degli over-65 raggiungerà il 34% nei prossimi 20 anni, e gli over-80 supereranno i 6 milioni. L’Indagine 2024 di Italia Longeva ha aperto una finestra sulla demenza, che in Italia interessa 1,5 milioni di persone, di cui oltre 600.000 affette da malattia di Alzheimer, a cui si aggiungono 900.000 italiani con diagnosi di pre-demenza.

I numeri, insieme all’impatto economico della gestione e del trattamento dei pazienti con demenza – 23,6 miliardi di euro, di cui oltre il 60% a carico delle famiglie – danno la misura dell’imponente domanda di cure e supporto specifici necessari nel prossimo futuro. Italia Longeva ha offerto una fotografia sullo stato dell’arte della long-term care, con un focus sulle malattie neurodegenerative e l’invecchiamento della popolazione, aggiunge Davide Vetrano, geriatra ed epidemiologo, consulente scientifico di Italia Longeva.

Bullet Executive Summary

Il panorama geografico delle cure domiciliari è variegato: Molise, Abruzzo, Basilicata, Toscana e Umbria fanno meglio, con tassi di copertura di ADI superiori al 4,5%. Per quanto riguarda le cure residenziali, poco più di 400.000 over-65 ne hanno beneficiato nell’ultimo anno, con una distribuzione a macchia di leopardo: tassi di residenzialità più elevati si registrano nelle regioni del Nord – Provincia Autonoma di Trento (9,9%), Veneto (5,9%), Piemonte (5,4%), Lombardia (4,6%) e Provincia Autonoma di Bolzano (4,3%) – correlati alle peculiari caratteristiche del tessuto sociale.

Per affrontare la fragilità degli anziani sono necessari setting assistenziali, conoscenze e competenze specifiche, e la capacità del sistema di assicurare continuità della presa in carico tra diversi livelli e luoghi di cura. Prendere in carico gli anziani nel loro ambiente domestico a lungo, fornendo cure mediche, infermieristiche e riabilitative è essenziale per mantenere una buona qualità della vita. Il principio guida della rete di assistenza è trovare la migliore soluzione assistenziale per il paziente sul territorio, a seconda della complessità dei suoi bisogni: servizi di ADI, accesso in RSA, strutture di lungodegenza e hospice. Ciascun attore, professionista e caregiver, gioca la sua parte per dare risposte alle esigenze degli anziani.

In conclusione, il tema dell’invecchiamento e della cura degli anziani è di cruciale importanza per il futuro del nostro Paese. La crescente popolazione anziana e l’aumento delle malattie neurodegenerative richiedono un potenziamento significativo dei servizi di assistenza domiciliare e residenziale. È fondamentale che il sistema sanitario italiano si adatti a queste nuove esigenze, garantendo una presa in carico continua e di qualità per gli anziani fragili. Solo così sarà possibile affrontare le sfide demografiche e sanitarie dei prossimi decenni, migliorando la qualità della vita degli anziani e riducendo il carico sulle famiglie e sul sistema sanitario.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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