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- Il calo della popolazione residente in Italia dal 2012 al 2023 è pari a -1,8%, con il Sud che ha subito una diminuzione del -4,7%.
- Le regioni del Molise e della Basilicata hanno registrato cali demografici significativi del -7,4% e -7,2% rispettivamente.
- Nel 2023, la popolazione delle Aree Interne è diminuita di 32mila unità (-2,4 ‰) rispetto al 2022, con una perdita maggiore nel Mezzogiorno di 35mila residenti (-4,9 ‰).
La transizione demografica rappresenta una sfida cruciale per i territori italiani, richiedendo una significativa capacità di progettazione di politiche e servizi adeguati. L’Istat, in un’audizione su «Attività conoscitiva sull’attuazione e prospettive del federalismo fiscale», ha rilevato che le regioni del Sud sono le più colpite dal calo della popolazione, associato a un progressivo invecchiamento. Nell’ultimo decennio (2012-2023), si è registrato un calo complessivo della popolazione residente del -1,8%, con le regioni del Mezzogiorno che hanno subito un declino demografico più marcato del -4,7%, dovuto principalmente alle migrazioni interne e alla perdita verso il Centro-Nord (-0,3%).
Il Declino Demografico nel Sud Italia
Le regioni del Sud Italia mostrano dinamiche peggiori rispetto al resto del Paese. Il Molise ha registrato un calo del -7,4% e la Basilicata del -7,2%. Anche la Liguria ha subito un calo sostenuto del -5,2%, mentre il Veneto ha visto una diminuzione più contenuta del -0,8%. Al contrario, le regioni del Trentino-Alto Adige/Sudtirol hanno continuato a crescere, con un aumento del +3,8% e del +5,1% nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen. Anche il Lazio (+2,0%), la Lombardia (+1,7%) e l’Emilia Romagna (+1,1%) hanno registrato una crescita della popolazione residente. Tuttavia, alla riduzione della popolazione si associa un progressivo invecchiamento.
Le Differenze tra Nord e Sud
La crisi demografica divide l’Italia, con la popolazione italiana che invecchia a velocità diverse lungo la penisola. Il report sugli indicatori demografici per l’anno 2023 dell’Istat dimostra che l’invecchiamento presenta caratteristiche contrapposte lungo due assi: i “Centri”, individuati dalla Strategia Nazionale delle Aree Interne (Snai), e le Aree Interne, distanti dall’offerta di servizi essenziali come scuole, ospedali e trasporti. Al 1° gennaio 2024, la popolazione delle Aree Interne presenta un’età media di 47,1 anni, più anziana di sette mesi rispetto ai Centri. La quota di popolazione giovanile (0-14 anni) nelle Aree Interne è pari all’11,8% del totale, inferiore di 0,5 punti percentuali rispetto ai Centri. La forbice è ancora più ampia per la quota di popolazione ultrasessantacinquenne: oltre 1 punto percentuale in più per le Aree Interne, dove gli over 65 rappresentano il 25,2% della popolazione contro il 24,1% dei Centri.
Le Conseguenze della Migrazione Interna
L’invecchiamento della popolazione nelle Aree Interne è accompagnato da un calo della natalità maggiore rispetto ai Centri. Nel 2023, la popolazione delle Aree Interne è diminuita di 32mila unità (-2,4 ‰) rispetto al 2022, con differenze significative tra Nord e Sud. Le Aree Interne del Centro-Nord sono rimaste stabili rispetto all’anno precedente, con un leggero aumento di 3mila residenti (+0,6 ‰), grazie a un moderato guadagno di popolazione nei Comuni Intermedi (+4mila residenti, +0,9 ‰). Tuttavia, i Comuni Periferici e Ultraperiferici hanno evidenziato un leggero calo di popolazione, pari a più 500 residenti (-0,3 ‰). Su un totale di 2.116 Comuni delle Aree Interne del Centro-Nord, più della metà (52,6%) ha registrato un calo di popolazione.
Nel Mezzogiorno, le Aree Interne hanno evidenziato una perdita complessiva di circa 35mila residenti (-4,9 ‰), consistente nelle zone periferiche e ultraperiferiche, con variazioni relative pari a -6,1 e -8,3 ‰ sul 2022. Il calo della popolazione ha interessato 1 comune su 2 nel Nord, mentre nel Mezzogiorno ha interessato 4 Comuni su 5. La leggera crescita della popolazione rispetto all’anno precedente è dovuta principalmente all’aumento della popolazione nei centri del Centro e Nord, mentre si è registrata una diminuzione della popolazione nei centri del Mezzogiorno.
Bullet Executive Summary
La transizione demografica in Italia, con un marcato declino della popolazione nel Sud e un progressivo invecchiamento, rappresenta una sfida cruciale per il futuro del Paese. La migrazione interna, con i giovani che si spostano verso il Nord, aggrava ulteriormente la situazione, allontanandoli dalle famiglie di origine e riducendo il supporto dei nonni, fondamentale per il welfare privato delle famiglie italiane. La carenza di servizi per la natalità e il lavoro povero diffuso rendono difficile per molti giovani accedere ai servizi necessari, contribuendo ulteriormente al calo della natalità.
Invecchiamento e cura: La nozione di base è che l’invecchiamento della popolazione richiede un aumento dei servizi di assistenza e cura per gli anziani. Una nozione avanzata è che l’invecchiamento può essere affrontato anche attraverso politiche di inclusione sociale e di valorizzazione delle competenze degli anziani, promuovendo il loro ruolo attivo nella società.
Migrazioni: La nozione di base è che le migrazioni interne ed esterne influenzano significativamente la demografia di un Paese. Una nozione avanzata è che le politiche di migrazione possono essere utilizzate per bilanciare le disparità regionali, incentivando il ritorno dei giovani nelle aree depopolate attraverso opportunità di lavoro e servizi adeguati.
Questo articolo ha l’obiettivo di stimolare una riflessione personale sui temi dell’invecchiamento, delle migrazioni e delle dinamiche demografiche, invitando i lettori a considerare l’importanza di politiche mirate e inclusive per affrontare le sfide del futuro.