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- Il numero di pensioni in Umbria supera di 48 mila quello degli stipendiati.
- Gli over 65 rappresentano circa il 27% della popolazione umbra, con 230 mila persone.
- La Regione ha investito solo 58 mila euro l'anno nelle politiche di invecchiamento attivo.
La regione Umbria si trova a fronteggiare una sfida demografica significativa, con un numero di pensionati che supera di gran lunga quello degli stipendiati. Secondo i dati più recenti, in Umbria ci sono 48 mila pensioni in più rispetto agli stipendi, un divario che era di 47 mila solo lo scorso dicembre. Questo squilibrio è destinato a crescere, considerando che gli over 65 rappresentano circa il 27% della popolazione, con un totale di 230 mila persone. Di questi, la metà sono “giovani anziani” con meno di 75 anni.
Andrea Farinelli, segretario regionale dello Spi-Cgil, ha lanciato un appello alle istituzioni locali affinché affrontino con urgenza questo problema. Farinelli sottolinea che è da cinque anni che il sindacato cerca di aprire un dialogo con la Regione per discutere delle prospettive economiche e del calo demografico, ottenendo però scarsi risultati.
Politiche di Invecchiamento Attivo
Una delle soluzioni proposte da Farinelli riguarda le politiche di invecchiamento attivo. Queste politiche potrebbero avere effetti positivi nel breve periodo, ma la Regione ha investito pochissimo in questo ambito, con soli 58 mila euro l’anno, una cifra insufficiente per sostenere iniziative significative. Prima della crisi economica e della pandemia di Covid-19, i pensionati hanno sostenuto e continuano a sostenere economicamente e logisticamente le famiglie dei loro figli.
Farinelli suggerisce che si potrebbero sperimentare e replicare modelli di avvicinamento tra generazioni, soprattutto per la fascia dei “giovani anziani”. Ad esempio, i pensionati potrebbero essere coinvolti in attività di presidio degli attraversamenti pedonali davanti alle scuole, o in progetti abitativi che prevedano la condivisione di case di ampie metrature che molti pensionati non riescono più a sostenere economicamente.
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Iniziative Sociali e Culturali
Sul fronte sociale, gli orti comunali concessi gratuitamente agli over 65 potrebbero diventare luoghi di incontro tra generazioni, con progetti di orti sociali che coinvolgano anche le scuole. Sul fronte sportivo, le bocciofile potrebbero essere valorizzate nei periodi di sospensione dell’attività scolastica. Dal punto di vista culturale, i “giovani anziani” potrebbero sostenere e donare le loro conoscenze con modalità da studiare.
Farinelli parla di contrattazione sociale, un processo che il sindacato sta cercando di portare avanti con i Comuni, tenendo conto delle specificità territoriali. Tuttavia, finora sono riusciti a raggiungere accordi solo con una decina dei 92 Comuni dell’Umbria. La denuncia di Farinelli è chiara: se le istituzioni locali vogliono politiche attive in questa direzione, occorrono risorse non solo economiche ma anche organizzative.
La Necessità di un Approccio Sistemico
La situazione in Umbria richiede un approccio sistemico che coinvolga tutte le parti interessate, dalle istituzioni locali al terzo settore e ai sindacati. È necessario migliorare la qualità dei servizi, in particolare quelli sanitari e dei trasporti, per adattarsi a una popolazione sempre più anziana. Farinelli sottolinea che i pensionati potrebbero svolgere un ruolo attivo in vari ambiti, contribuendo a colmare il gap demografico e a sostenere le generazioni successive.
Bullet Executive Summary
In conclusione, il problema demografico in Umbria è una questione complessa che richiede un intervento urgente e coordinato. Le politiche di invecchiamento attivo, le iniziative sociali e culturali e un approccio sistemico possono contribuire a migliorare la situazione. Tuttavia, è essenziale che le istituzioni locali ascoltino e collaborino con tutte le parti interessate per trovare soluzioni efficaci.
Invecchiamento e cura: La popolazione anziana può essere una risorsa preziosa se coinvolta attivamente nella comunità. Migrazioni: L’integrazione di nuovi residenti potrebbe aiutare a bilanciare il gap demografico. Sicurezza, società e guerre: Un tessuto sociale coeso e intergenerazionale può contribuire alla stabilità e alla sicurezza. Accoppiamento e vita di coppia: Le politiche di supporto alle famiglie possono incentivare la natalità. Pensioni e sostenibilità del sistema pensionistico: È necessario trovare un equilibrio tra il numero di pensionati e quello degli stipendiati per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico.
In definitiva, la riflessione personale che emerge è che ogni individuo, giovane o anziano, può contribuire al benessere della comunità. È fondamentale che le istituzioni riconoscano e valorizzino questo potenziale, investendo in politiche che favoriscano l’inclusione e la partecipazione attiva di tutti i cittadini.
- Sito ufficiale dello Spi Cgil, sindacato dei pensionati, per informazioni sulla contrattazione sociale e politiche di invecchiamento attivo
- Pagina ufficiale della Regione Umbria sulla politiche per gli anziani e l'invecchiamento attivo
- Sito ufficiale della Regione Umbria, pagina sulla politica di welfare