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- Le donne pensionate in Veneto ricevono 1.570 euro in media, mentre gli uomini 2.332 euro.
- Il 48% di differenza tra le pensioni maschili e femminili in Veneto.
- Il 90% delle pensioni di reversibilità è destinato a donne over 65, con importi medi sotto i 900 euro.
- In Veneto, 203.339 pensionati over 65 ricevono meno di 1000 euro, di cui l'80% sono donne.
Il Divario di Genere nelle Pensioni: Una Questione di Equità
Nel contesto attuale, il divario di genere nelle pensioni rappresenta una sfida significativa, soprattutto in regioni come il Veneto. Secondo un’analisi condotta dal sindacato Spi Cgil, le donne pensionate ricevono assegni previdenziali notevolmente inferiori rispetto ai loro colleghi maschi. Questo fenomeno è particolarmente evidente tra le donne anziane, molte delle quali vivono da sole e devono affrontare le difficoltà economiche con risorse limitate. L’indagine, pubblicata in occasione della giornata per la parità retributiva istituita dalla Commissione europea, sottolinea come il divario economico tra i sessi sia diventato insostenibile, soprattutto in un periodo di inflazione crescente iniziato nel 2022.
In Veneto, l’assegno previdenziale medio mensile per gli ultrasessantacinquenni è di 1.937 euro lordi. Tuttavia, gli uomini percepiscono una media di 2.332 euro, mentre le donne ricevono solo circa 1.570 euro. Questo si traduce in una differenza del 48%, con un divario assoluto di quasi 760 euro, una cifra che supera il trattamento minimo. Le pensionate spesso risentono delle conseguenze di carriere lavorative part-time o precarie, e un quinto di loro ha svolto la mansione di casalinga, senza un adeguato riconoscimento previdenziale.
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Le Pensioni di Reversibilità e il Loro Impatto
Un altro aspetto critico del divario di genere nelle pensioni riguarda le pensioni di reversibilità. In Veneto, quasi il 90% delle pensioni di reversibilità è destinato alle donne over 65, a causa della loro maggiore longevità. Tuttavia, gli importi di questi assegni sono generalmente molto bassi, con una media inferiore ai 900 euro lordi. Questo dato evidenzia ulteriormente la precarietà economica delle donne anziane, che spesso si trovano a dover gestire le spese quotidiane con risorse limitate.
Le pensioni povere, ovvero quelle inferiori ai mille euro lordi mensili, rappresentano un ulteriore indicatore del divario di genere. In Veneto, 203.339 pensionati over 65 ricevono importi inferiori a questa soglia, e l’80% di essi sono donne. A livello provinciale, le pensionate più svantaggiate risiedono nella Marca, seguite da Vicenza, Rovigo, Verona, Belluno, Venezia e Padova.
Le Conseguenze Sociali ed Economiche del Divario
Il divario retributivo tra i pensionati non è solo una questione di equità economica, ma ha anche implicazioni sociali significative. Le donne, con pensioni più basse, sono più vulnerabili e possono diventare dipendenti economicamente dai loro partner o familiari. Questo può portare a situazioni di ricatto e sopraffazione, come sottolineato da Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil Veneto. La mancanza di riconoscimento del lavoro di cura svolto dalle donne, spesso non remunerato, contribuisce a questa disparità.
In un periodo di inflazione insostenibile, molte pensionate si trovano costrette a rinunciare a cure sanitarie essenziali per motivi economici. Questo fenomeno colpisce in particolare le donne, che già affrontano una qualità della vita compromessa dalla precarietà finanziaria.
Verso un Futuro di Maggiore Equità
Il divario di genere nelle pensioni solleva questioni fondamentali sulla sostenibilità del sistema previdenziale moderno. È essenziale che le politiche pubbliche affrontino queste disuguaglianze, riconoscendo il valore del lavoro di cura e garantendo una maggiore equità nelle pensioni. Solo attraverso interventi mirati sarà possibile ridurre il divario e migliorare la qualità della vita delle donne anziane.
In un contesto di invecchiamento della popolazione, è cruciale comprendere che il sistema pensionistico deve adattarsi per garantire una sostenibilità a lungo termine. Le pensioni non sono solo un diritto acquisito, ma anche uno strumento per assicurare dignità e sicurezza economica nella terza età. La sfida è trovare un equilibrio tra equità e sostenibilità, assicurando che nessuno sia lasciato indietro.
Riflettendo su questi temi, emerge l’importanza di promuovere una maggiore consapevolezza sulle disuguaglianze di genere e di lavorare verso un futuro in cui le pensioni siano giuste e adeguate per tutti, indipendentemente dal genere. Solo così potremo costruire una società più equa e inclusiva, in cui ogni individuo possa vivere la propria vecchiaia con dignità e sicurezza.