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- In Polesine, 25% dei pensionati vive con meno di 750 euro al mese.
- Le pensioni polesane hanno perso il 15,7% del potere d'acquisto negli ultimi dieci anni.
- Le donne ricevono in media 690,28 euro mensili rispetto ai 1.232,25 euro degli uomini.
La situazione pensionistica nella provincia di Rovigo rappresenta un caso emblematico delle difficoltà che molti anziani italiani stanno affrontando. Con un numero significativo di pensionati che sopravvivono con assegni mensili inferiori a 750 euro, il Polesine si trova in una posizione critica. Secondo i dati dell’INPS, negli ultimi dieci anni, le pensioni polesane hanno subito una perdita del 15,7% del potere d’acquisto, mentre l’inflazione continua a salire. Questo scenario è ulteriormente aggravato dalla recente proposta di legge finanziaria che prevede un aumento irrisorio di soli 3 euro per le pensioni minime.
In provincia, circa 15.000 pensionati, pari al 25% del totale, vivono con un assegno che non supera i 750 euro mensili. È necessaria un’attenta riflessione, come espresso dal presidente dell’Associazione Nazionale Pensionati Cia Rovigo, Doriano Bertaggia, il quale sottolinea l’urgenza di incrementare le pensioni minime ad almeno 800 euro al mese. La legge di bilancio attuale è vista come una “scatola vuota”, che ignora le esigenze dei pensionati e non fornisce adeguati finanziamenti per la sanità e il supporto alla non autosufficienza.
Disparità Economiche e di Genere nel Sistema Pensionistico
Un’analisi più esaustiva mette in luce una sostanziale disparità tra i generi: le donne ottengono importi pensionistici mediamente ridotti alla metà rispetto agli uomini. Le statistiche fornite dal sindacato Spi Cgil Rovigo rivelano che nel settore privato la pensione media è di 921,98 euro lordi mensili; tuttavia vi è una chiara differenza tra quanto percepito dagli uomini e dalle donne. In media gli uomini ricevono un importo di 1.232,25 euro al mese mentre le donne si fermano solo a circa 690,28 euro. È inoltre emerso che il 55% dei trattamenti pensionistici non supera i 750 euro lordi al mese con una quota maggioritaria del 73% detenuta dalle donne.
Le variazioni economiche all’interno della provincia appaiono significative quando ci si sofferma sui comuni presi singolarmente. Per esempio a Occhiobello l’importo medio mensile delle pensioni nel privato raggiunge i 1.054,25 euro; contrariamente scende fino a soli circa 789,35 euro nella località di Fratta Polesine. Tali dati evidenziano peculiarità dell’economia locale dominate da un’occupazione agricola caratterizzata prevalentemente da contributività spezzettata ed instabile.
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Impatto dell’Inflazione e la Necessità di Misure Strutturali
L’inflazione crescente ha un impatto devastante sul potere d’acquisto delle pensioni, con un tasso stimato per il 2022 superiore all’8%. Questo fenomeno non si registrava dagli anni Ottanta e pone una sfida significativa per il sistema pensionistico. La rivalutazione annuale delle pensioni, nota come “perequazione”, è essenziale per adeguare gli importi al costo della vita. Tuttavia, i pensionati polesani sono tra i più colpiti in Veneto e a livello nazionale, con una percentuale di pensioni di vecchiaia sotto i 1.000 euro superiore alla media italiana.
Nel 2023, è previsto un adeguamento delle pensioni all’inflazione, con rivalutazioni differenziate in base all’importo delle pensioni. Tuttavia, nel frattempo, i pensionati devono affrontare un caro vita insostenibile, con aumenti dei prezzi che superano di gran lunga le rivalutazioni attuali.
Conclusioni: Verso un Futuro Sostenibile per le Pensioni
Vi è una chiara necessità di intervenire sul sistema delle pensioni attuale al fine di garantire condizioni dignitose per gli anziani, in modo particolare nelle aree più svantaggiate come il Polesine. L’incidenza delle disparità economiche e di genere, sommata all’impatto dell’inflazione, rende indifferibile l’adozione di provvedimenti strutturali capaci di fornire aiuto concreto ai beneficiari.
Nel contesto caratterizzato da un incremento dell’età media della popolazione, diventa imprescindibile comprendere come le pensioni vadano intese non solo come diritti già acquisiti ma rappresentino altresì uno dei cardini del rispetto sociale. La futura sostenibilità del sistema delle pensioni si basa sulla capacità d’adattamento alle sfide sia economiche sia demografiche contemporanee. Diviene necessario adottare strategie volte a promuovere equità sociale affinché nessuno resti escluso.
Considerando questi aspetti, risulta evidente che l’invecchiamento demografico non può essere visto soltanto sotto il profilo statistico bensì come elemento determinante per la qualità della vita. Le politiche riguardanti le pensioni devono avanzare nel loro processo evolutivo affinché possano rispondere efficacemente ai cambiamenti sociali consentendo a ogni persona la possibilità concreta di un’esistenza rispettosa accompagnata da certezze economiche. Per plasmare un avvenire sostenibile per la società odierna e quella di domani, è necessaria sia una dedizione comune che una visione proiettata nel lungo termine.