Come L’inflazione Sta Cambiando il Futuro dei Pensionati Veneti?

Negli ultimi anni, il Veneto è stato teatro di una crescente preoccupazione riguardo al sistema pensionistico, un tema che si è intensificato con l’aumento dell’inflazione. Secondo le elaborazioni dello Spi Cgil sui dati Istat, l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto dei pensionati veneti, costringendoli a sborsare in media oltre 185 euro in più al mese rispetto al 2021. Questo aumento dei costi ha portato a una spesa aggiuntiva di circa 2.200 euro per ogni pensionato, una cifra che la rivalutazione delle pensioni non è riuscita a compensare, soprattutto dopo i tagli degli ultimi anni. I destinatari di pensioni con importi pari a quattro o cinque volte l’assegno minimo hanno sopportato perdite che sono arrivate fino a 7.000 euro.

La situazione è particolarmente critica per i circa 330.000 over 65 che vivono in condizioni di non autosufficienza in Veneto. Il 55% dei pensionati percepisce assegni inferiori a mille euro, circostanza che costringe molti a utilizzare i propri risparmi o a fare ricorso a prestiti. La privatizzazione della sanità e la mancanza di una legge sulla non autosufficienza sono ulteriori fattori di preoccupazione, con il sindacato che denuncia un sistema fiscale iniquo e chiede una riduzione delle tasse per pensionati e lavoratori.

Manifestazioni e Richieste di Cambiamento

Il 29 ottobre, lo Spi Cgil del Veneto organizzerà una manifestazione a Padova per protestare contro la gestione dell’inflazione e la manovra del governo Meloni, che non ha fornito risposte adeguate ai pensionati né ai non autosufficienti. La mobilitazione, che si terrà in Piazza Cavour, vedrà la partecipazione della segretaria generale dello Spi Cgil nazionale, Tania Scacchetti. Al fulcro della manifestazione, oltre alle preoccupazioni sul costo della vita, vi è l’intera azione del governo, ritenuta promotrice della privatizzazione del sistema sanitario e manchevole nel fornire soluzioni concrete ai problemi dei pensionati.

Le analisi elaborate dallo Spi Cgil utilizzando i dati Istat offrono un quadro allarmante, dimostrando la difficoltà per gli anziani di conservare il loro potere d’acquisto. Un pensionato veneto che vive da solo ha visto la sua spesa mensile aumentare da 1.478,70 euro nel 2021 a 1.663 euro nel 2023. Per una coppia di anziani, l’inflazione è costata circa 4.600 euro in due anni.

Un Futuro Incerto per il Sistema Pensionistico

L’analisi della Cgia di Mestre prevede che entro il 2028, anche in Veneto, il numero delle pensioni supererà quello degli stipendi. Questo fenomeno, già presente nel Mezzogiorno, potrebbe avere ripercussioni significative sull’economia regionale. La provincia di Rovigo ha già visto il sorpasso delle pensioni sugli stipendi, con un saldo negativo di 9.000 unità. La situazione è destinata a peggiorare se non si inverte il trend attuale, con un aumento della popolazione anziana e una riduzione della forza lavoro attiva.

Un Paese con una popolazione sempre più anziana potrebbe affrontare seri problemi nel mantenere i livelli di ricchezza attuali, a causa dell’aumento della spesa sanitaria, pensionistica e di assistenza. Inoltre, una società costituita prevalentemente da anziani rischia di ridimensionare il mercato immobiliare, dei trasporti e della moda.

Conclusioni e Riflessioni

La situazione pensionistica in Veneto rappresenta un microcosmo delle sfide che l’intero Paese dovrà affrontare nei prossimi anni. Con un sistema fiscale percepito come iniquo e un’inflazione che continua a erodere il potere d’acquisto, i pensionati si trovano in una posizione sempre più precaria. La manifestazione a Padova è solo un esempio delle crescenti tensioni sociali che potrebbero emergere se non si interviene tempestivamente.

In un contesto di invecchiamento della popolazione, è fondamentale comprendere che l’invecchiamento non è solo una questione di età, ma anche di qualità della vita. La cura degli anziani deve essere una priorità, non solo per garantire un sistema pensionistico sostenibile, ma anche per assicurare che le persone possano vivere dignitosamente la loro vecchiaia.

A livello avanzato, la sostenibilità del sistema pensionistico richiede una riforma strutturale che tenga conto delle nuove dinamiche demografiche e lavorative. È essenziale promuovere l’occupazione giovanile e femminile, ridurre il lavoro irregolare e garantire che il sistema fiscale sia equo e progressivo. Solo attraverso un approccio integrato e lungimirante si potrà garantire un futuro sostenibile per le generazioni presenti e future.