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Il progetto fami sestante rivoluziona l’integrazione a Ravenna

Scopri come il progetto finanziato dall'UE e dal Ministero dell'Interno sta migliorando i servizi per i migranti a Ravenna con un investimento di 485.000 euro.
  • Il progetto ha una disponibilità finanziaria di 485.000 euro, finanziato dall'Unione Europea e dal Ministero dell'Interno.
  • Il progetto durerà diciotto mesi e prevede percorsi formativi e una winter school contro lo sfruttamento lavorativo.
  • La sperimentazione di housing sociale per migranti con vulnerabilità specifiche è una delle innovazioni principali del progetto.

A Ravenna, il Consiglio Territoriale dell’Immigrazione, presieduto dal Prefetto Castrese De Rosa, ha recentemente presentato il Progetto “Fami Sestante. Ra Iniziative per Integrazione, Qualificazione e Conoscenza”. Questa iniziativa, sostenuta economicamente tramite il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) dell’Unione Europea e del Ministero dell’Interno, con una disponibilità finanziaria di 485.000 euro, ha l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi offerti ai migranti nella provincia di Ravenna. La Prefettura di Ravenna, in collaborazione con il Comune di Ravenna, l’Ausl Romagna, l’Università di Bologna e l’Associazione MondoDonna onlus, è la capofila di questa iniziativa che durerà diciotto mesi.

L’obiettivo principale del progetto è rafforzare la rete dei servizi territoriali competenti, integrando e coordinando le attività per garantire interventi efficaci e rapidi in situazioni straordinarie. Il progetto prevede anche percorsi formativi per gli operatori e una winter school in materia di contrasto allo sfruttamento lavorativo, organizzata dall’Università di Bologna e dal Comune di Ravenna. Un elemento innovativo del progetto è la sperimentazione di un housing sociale destinato ai migranti con vulnerabilità specifiche, gestito da un’équipe multidisciplinare.

Housing First: Un Modello di Coabitazione Sociale

Dal 2016, il Comune di Ravenna ha avviato un progetto sperimentale di co-housing sociale denominato “Housing First”. Questo approccio si basa su due principi fondamentali: la casa come diritto umano di base e l’accompagnamento della persona in un percorso di integrazione sociale e benessere. Il modello di progetto di co-housing sociale applicando la metodologia “Housing First” è caratterizzato da un intenso lavoro di supporto sociale, educativo e psicologico, finalizzato a garantire la libertà e l’autodeterminazione.

Attualmente, il progetto dispone di 35 posti organizzati in 9 appartamenti, di cui uno destinato a mamme con bambini e uno a neo diciottenni. Il progetto è finanziato anche tramite il Fondo INSIDE e mira a diminuire la presenza di persone in strada o ospitate presso strutture di accoglienza, incrementando il benessere e la qualità della vita dei partecipanti.

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Il Successo del Progetto Housing First

Il progetto “Housing First” ha ospitato finora una settantina di persone tra Ravenna, la Bassa Romagna e la Romagna faentina. Nel 2020, quattro appartamenti sono stati riscattati dagli affittuari, di cui due da sei affittuari di origine straniera. Questo risultato dimostra che gli stranieri hanno una maggiore possibilità di successo nel riscattare la casa in cui risiedono, poiché per loro prendere in mano l’affitto è sinonimo di autonomia.

Il progetto si distacca dalle tradizionali dinamiche dell’accoglienza e si propone di restituire a chi ne beneficia la libertà di scegliersi percorsi di vita autonomi, a partire dalla possibilità di vivere in modo indipendente. La forza del progetto risiede nella costruzione di reti sociali e nella mediazione culturale, che ha permesso ai proprietari degli appartamenti di fidarsi e conoscere gli inquilini. Questo approccio ha contribuito a creare una vera integrazione e a contrastare la ghettizzazione.

Conclusioni: Un Modello di Innovazione Sociale

Il progetto “Housing First” rappresenta un modello di innovazione sociale che ha dimostrato di essere efficace nel promuovere l’integrazione e l’autonomia dei migranti. La testimonianza di Ibra Giagne, un 29enne senegalese che ha riscattato un appartamento a Ravenna, è un esempio di come questo progetto possa trasformare la vita delle persone, offrendo loro la possibilità di costruire un futuro migliore.

La partecipazione attiva dei migranti alla vita del quartiere e la creazione di buone relazioni con i vicini sono elementi fondamentali per il successo del progetto. La dimostrazione che gli stranieri possono pagarsi un affitto e riscattare una casa è un segnale positivo per la comunità, che deve essere sempre più consapevole dei processi di innovazione sociale.

In uno scenario urbano in transizione continua, il diritto all’abitare rimane un diritto universale per ogni individuo. Il progetto “Housing First” ha dimostrato che è possibile creare una società inclusiva e solidale, dove le persone, indipendentemente dalla loro origine, possono sentirsi parte integrante della comunità.

Riflessione Personale

L’invecchiamento e la cura sono temi centrali nella nostra società. Un aspetto fondamentale dell’invecchiamento è la necessità di garantire un ambiente sicuro e stabile per gli anziani. Progetti come “Housing First” possono offrire soluzioni innovative anche per questa fascia della popolazione, promuovendo un modello di co-abitazione sociale che favorisce il benessere e l’integrazione.

Inoltre, la sostenibilità del sistema pensionistico moderno è strettamente legata alla capacità di integrare i migranti nel tessuto sociale ed economico del paese. Offrire loro opportunità di lavoro e di abitazione stabile non solo migliora la loro qualità della vita, ma contribuisce anche alla sostenibilità del sistema pensionistico, poiché aumenta il numero di contribuenti attivi.

In conclusione, progetti come “Housing First” rappresentano un passo avanti verso una società più inclusiva e sostenibile. È importante continuare a promuovere e sostenere queste iniziative, affinché possano diventare modelli di riferimento per altre comunità. La collaborazione tra enti pubblici, privati e la società civile è fondamentale per affrontare le sfide dell’integrazione e garantire un futuro migliore per tutti.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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