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- Incendio del 19 settembre 2024 che ha costretto 70 migranti a cercare rifugio altrove.
- I migranti si sono uniti agli studenti del Politecnico in una tendopoli in piazza Leonardo da Vinci.
- Migranti come Kamisolamin, con un reddito di 1000 euro al mese, faticano a trovare una casa a causa di contratti a tempo determinato.
- Il manifesto denuncia la mancanza di politiche abitative adeguate e la discriminazione razziale.
Il 19 settembre 2024, un incendio ha devastato un capannone industriale abbandonato in via Fracastoro, alla periferia nord-est di Milano, costringendo settanta persone, per lo più migranti, a cercare rifugio altrove. Tra questi, una quarantina ha trovato riparo temporaneo in una tendopoli improvvisata in piazza Leonardo da Vinci, accanto agli studenti del Politecnico in protesta contro il caro affitti e in solidarietà con la Palestina. La situazione è emblematica di una crisi abitativa che affligge molti lavoratori immigrati, i quali, nonostante siano impiegati in vari settori, faticano a trovare una sistemazione dignitosa.
Le Difficoltà dei Lavoratori Immigrati
Kamisolamin, un cittadino gambiano residente in Italia da otto anni e mezzo, lavora come guardia anti-taccheggio, guadagnando non più di mille euro al mese. Nonostante il suo impiego, le agenzie immobiliari rifiutano di affittargli un appartamento a causa del suo contratto a tempo determinato. La sua storia è simile a quella di molti altri migranti che, pur lavorando in settori come la logistica, la sicurezza e i servizi, non riescono a soddisfare le rigide richieste dei proprietari di immobili.
Keita, un altro lavoratore gambiano, racconta di non aver mai vissuto in una casa stabile durante i suoi dieci anni in Italia. Attualmente impiegato in Piemonte, guadagna sei euro all’ora per un lavoro faticoso in campagna. L’abitazione rappresenta una problematica notevole anche per Toumani, proveniente dal Mali, che lavora da quasi un decennio in un’impresa attiva nella meccanica a Trezzano Rosa, nei pressi di Milano. Anche lui denuncia la difficoltà di trovare un’abitazione, attribuendola non solo alla precarietà lavorativa ma anche a forme di razzismo latente.
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La Solidarietà degli Studenti e le Soluzioni Temporanee
La tendopoli in piazza Leonardo da Vinci è diventata un simbolo di solidarietà tra studenti e migranti. Gli studenti del Politecnico, già impegnati in proteste contro il caro affitti, hanno accolto i nuovi arrivati, offrendo loro cibo e materassini. Tuttavia, questa soluzione temporanea non risolve il problema a lungo termine. La maggior parte dei migranti proveniva da ex bagni pubblici di epoca fascista in via Esterle, sgomberati l’anno scorso per fare spazio alla prima moschea ufficiale di Milano. Il Comune aveva offerto loro un elenco di pensionati, ma tutti risultavano già pieni.
La Necessità di Politiche Abitative e Sociali Adeguate
Il manifesto redatto dai migranti e dai cittadini italiani che li sostengono denuncia la mancanza di politiche abitative e sociali adeguate. Le richieste dei proprietari di immobili, spesso inaccessibili per chi ha contratti brevi e a basso reddito, si sommano a forme di discriminazione razziale. La situazione è peggiorata negli ultimi anni, con costi degli affitti in aumento e garanzie sempre più stringenti. L’incendio del 19 settembre ha messo in luce l’urgenza di interventi strutturali per garantire un’abitazione dignitosa a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro origine.
Bullet Executive Summary
La crisi abitativa che affligge i migranti a Milano è un problema complesso che richiede soluzioni strutturali e politiche adeguate. La storia di Kamisolamin, Keita e Toumani mette in luce le difficoltà quotidiane di chi, pur lavorando, non riesce a trovare una casa. La solidarietà degli studenti del Politecnico è un segnale positivo, ma non può sostituire interventi istituzionali. È necessario un impegno concreto per garantire a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro origine, il diritto a un’abitazione dignitosa.
Le problematiche legate all’invecchiamento e alla cura, alle migrazioni, alla sicurezza della società e alle guerre, all’accoppiamento e alla vita di coppia, nonché alle pensioni e alla sostenibilità del sistema pensionistico, sono tutte interconnesse. La mancanza di una politica abitativa adeguata non solo compromette la qualità della vita dei migranti, ma influisce anche sulla coesione sociale e sulla stabilità economica del paese. Un sistema pensionistico sostenibile deve tenere conto delle esigenze di tutti i lavoratori, compresi quelli migranti, per garantire una società più equa e inclusiva.
In conclusione, la crisi abitativa dei migranti a Milano è un problema che richiede un’attenzione urgente e soluzioni concrete. La solidarietà degli studenti è un esempio di come la società civile possa fare la differenza, ma è necessario un impegno istituzionale per garantire a tutti il diritto a una vita dignitosa. Solo attraverso politiche inclusive e sostenibili possiamo costruire una società più giusta e coesa.