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Migrazione climatica: 8 milioni di persone in arrivo nelle città del Sud del mondo entro il 2050

Un nuovo studio prevede che Bogotá, Karachi e altre grandi città del Sud del mondo accoglieranno milioni di migranti climatici entro il 2050, mettendo a dura prova le risorse economiche e sociali.
  • Entro il 2050, 8 milioni di migranti climatici si sposteranno verso dieci città del Sud del mondo.
  • Se non verranno rispettati gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, il numero di migranti climatici potrebbe triplicare in città come Bogotá e Rio de Janeiro.
  • Circa 600 mila persone sono costrette a spostarsi negli slum di Dhaka ogni anno a causa delle inondazioni e dell'innalzamento del livello del mare.
  • Il Bangladesh ha avviato progetti come la costruzione di nuove città satellite e la creazione di Gobeshona per migliorare la resilienza al cambiamento climatico.

La Migrazione Climatica: Una Sfida Globale

Uno studio condotto da C40 e dal Mayors Migration Council prevede che entro il 2050, ben 8 milioni di migranti climatici si sposteranno verso dieci città del Sud del mondo. Queste città includono Bogotá (Colombia), Curitiba, San Paolo, Rio de Janeiro, Salvador (Brasile), Amman (Giordania), Karachi (Pakistan), Dhaka (Bangladesh), Accra (Ghana) e Freetown (Sierra Leone). L’impatto su queste nazioni, già economicamente e urbanisticamente impreparate, sarà devastante.

La ricerca evidenzia che se non verranno rispettati gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, che mira a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, il numero di migranti climatici potrebbe triplicare in città come Bogotá e Rio de Janeiro. Karachi, ad esempio, potrebbe accogliere fino a 2,3 milioni di profughi climatici.

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Le Città del Sud del Mondo in Prima Linea

Nonostante le differenze geografiche e demografiche, tutte le città identificate nello studio dovranno prepararsi a ricevere un significativo afflusso di migranti climatici nei prossimi 25 anni. La cooperazione globale è essenziale per affrontare questa sfida. Yvonne Aki Sawyerr, sindaco di Freetown e co-presidente di C40 Cities, sottolinea l’importanza di dotare le città dei poteri e delle risorse adeguate per gestire la migrazione climatica e prevenire sconvolgimenti economici e sociali.

Le città del Sud del mondo non dovrebbero essere lasciate sole in questa battaglia. La leadership urbana può trasformare la migrazione climatica da una crisi in un’opportunità, come dimostrano le iniziative per supportare le microimprese verdi a Freetown o integrare i lavoratori migranti dei rifiuti nelle cooperative di Accra.

Il Caso del Bangladesh: Prove di Resilienza

Il Bangladesh è uno dei Paesi più colpiti dal riscaldamento globale, con circa 200 eventi meteorologici estremi tra il 2000 e il 2022. La morfologia del territorio, un’enorme pianura alluvionale attraversata da più di 700 fiumi, lo rende particolarmente vulnerabile. Ogni anno, circa 600 mila persone sono costrette a spostarsi negli slum di Dhaka a causa delle inondazioni e dell’innalzamento del livello del mare.

L’UNESCAP Asia-Pacific ha pubblicato nel 2022 un rapporto riferendo che il 77,6% del Paese si trova a meno di cinque metri sopra il livello del mare e che l’aumento di quest’ultimo rischia di sommergere un quinto della nazione.

Le piene regolari forzano il mare a spingersi nell’entroterra, mischiando l’acqua salata con quella fresca e compromettendo le coltivazioni.

Progetti di Adattamento e Resilienza

Il governo del Bangladesh ha avviato numerosi progetti per migliorare la resilienza al cambiamento climatico. Tra questi, la costruzione di nuove città satellite come Mongla, destinate a ospitare i migranti climatici, e la creazione di Gobeshona, una piattaforma nazionale di scambio di informazioni scientifiche. Questi progetti mirano a fornire ai cittadini gli strumenti per affrontare la crisi climatica e mettere in atto azioni per fermarne le conseguenze.

Nonostante questi sforzi, il Bangladesh continua a essere uno dei Paesi più poveri del mondo, con un PIL pro capite di 2.450 dollari. La crescita demografica esponenziale e la dipendenza dall’economia informale rappresentano ulteriori sfide. Il Paese ospita anche circa un milione di rifugiati Rohingya, vittime di persecuzioni etnico-religiose in Myanmar.

Bullet Executive Summary

La migrazione climatica rappresenta una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Le città del Sud del mondo, già vulnerabili e impreparate, dovranno affrontare un afflusso significativo di migranti climatici nei prossimi decenni. La cooperazione globale e il supporto adeguato sono essenziali per trasformare questa crisi in un’opportunità.

Il Bangladesh, con la sua vulnerabilità geografica e le frequenti inondazioni, è un esempio emblematico delle sfide e delle soluzioni legate alla migrazione climatica. I progetti di adattamento e resilienza avviati dal governo sono un passo nella giusta direzione, ma resta ancora molto da fare.

Invecchiamento e cura, migrazioni, sicurezza, società e guerre, accoppiamento, vita di coppia, pensioni e sostenibilità del sistema pensionistico sono temi strettamente interconnessi con la migrazione climatica. La gestione efficace di queste sfide richiede un approccio olistico e una cooperazione globale per garantire un futuro sostenibile e inclusivo per tutti.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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