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- Il 80% delle persone a livello globale considera la demenza un fenomeno naturale dell'invecchiamento, rispetto al 66% del 2019.
- Il 88% delle persone affette da demenza ha subito discriminazioni, un aumento del 5% rispetto al 2019.
- In Italia, il 5% della popolazione è direttamente coinvolta tra pazienti e caregiver, con costi annuali che raggiungono i 22.500 euro per malato di Alzheimer.
Una erronea percezione vede l’80% delle persone a livello globale considerare la demenza come un fenomeno naturale legato al processo di invecchiamento, e non come una vera e propria condizione patologica. Questo numero, evidenziato dal Rapporto Mondiale Alzheimer 2024, è significativamente aumentato rispetto al 66% registrato nel 2019. Anche tra i professionisti sanitari, questa percentualità è elevata, raggiungendo il 65%, con un incremento del 3% rispetto a cinque anni prima. Questo rapporto, dal titolo “Cambiamenti globali negli atteggiamenti verso la demenza”, è stato presentato in occasione della XXXI Giornata Mondiale Alzheimer.
L’indagine ha raccorto dati da un campione di 40.000 persone provenienti da 166 nazioni, inclusi individui che soffrono di demenza, coloro che li assistono, persale sanitario e il pubblico in generale. L’analisi dei dati è stata curata dalla London School of Economics and Political Science (LSE). I risultati testimoniano come lo stigma associato alla demenza sia in crescita, con l’88% delle persone affette che afferma di aver subito discriminazioni, un aumento del 5% rispetto al 2019. Inoltre, circa il 31% evita situazioni sociali e il 36% ha smesso di cercare lavoro per timore di soffrire discriminazione.
L’Impatto Sociale ed Economico della Demenza in Italia
In Italia, la situazione risulta altrettanto allarmante. Secondo il Rapporto Censis-Aima, il 5% della popolazione è direttamente coinvolta tra pazienti e persone che se ne prendono cura. Nonostante progressi nella conoscenza della malattia, molti indicatori relativi all’assistenza sono in calo. Ad esempio, la quota di persone assistite nei centri diurni è diminuita al 10,3% rispetto al 12,5% del 2015 e il 25% del 2006. Anche il ricorso a badanti, specialmente donne immigrate, è in calo e i costi diretti annuali per un malato di Alzheimer sono saliti a 22.500 euro.
Il settore del volontariato è uno dei pochi in espansione, con il 18,3% delle associazioni che offre servizi socio-assistenziali, rispetto al 2,4% del 2015. Tuttavia, solo il 3,6% degli utenti beneficia di centri specializzati come i laboratori di stimolazione cognitiva. Più della metà dei pazienti, in particolare nel Sud Italia, non ha mai usufruito di una visita presso un Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (Cdcd), e solo il 27,9% ha ricevuto una diagnosi presso uno di questi centri.
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Il Ruolo Cruciale dei Caregiver
Il ruolo di chi presta assistenza è essenziale ma spesso sottovalutato. Il 40% dei caregiver riconosce che seguire il malato li costringe a trascurare la propria famiglia. La pandemia ha ulteriormente complicato la loro situazione, con due terzi degli intervistati che riportano un aumento dell’isolamento e un peggioramento delle condizioni del malato. Solo il 36,2% dei caregiver sostiene i servizi pubblici di assistenza, con una variabilità che va dal 23% nelle regioni meridionali al 48,6% in quelle settentrionali.
Nonostante tutte queste difficoltà, il 93% della popolazione crede che si possano apportare migliorie alla qualità di vita delle persone colpite da demenza. La Federazione Alzheimer ha lanciato il progetto Dementia Friendly Italia con l’obiettivo di combattere lo stigma e promuovere una società più inclusiva. Ciononostante, è necessaria la partecipazione di enti governativi, istituzioni, professionisti sanitari e cittadini per superare le barriere di vergogna e la disinformazione che impediscono un’adeguata assistenza alle persone con demenza.
Bullet Executive Summary
Il Rapporto Mondiale Alzheimer 2024 mette in evidenza l’errata percezione della demenza come esito naturale dell’invecchiamento, con l’80% della popolazione globale che mantiene tale convinzione. Questa percentuale è in aumento rispetto al 66% del 2019 e concerne anche il 65% del personale sanitario. Lo stigma legato alla demenza è in aumento, con l’88% delle persone malate che dichiara di aver subito discriminazioni. In Italia, il 5% della popolazione è implicata tra pazienti e caregiver, ma molti indicatori di assistenza mostrano un trend negativo. Il ruolo dei caregiver è vitale ma spesso trascurato, con il 40% che ammette di avere difficoltà a bilanciare la cura del malato con la propria famiglia.
Invecchiamento e Cura: La demenza non è un effetto inevitabile dell’invecchiamento, bensì una patologia che necessita di diagnosi e trattamenti idonei. Consapevolezza e istruzione sono essenziali per ridurre lo stigma e migliorare la vita degli affetti.
Migrazioni: Le assistenti domestiche, frequentemente straniere, giocano un ruolo fondamentale nell’assistenza alle persone con demenza. Tuttavia, la loro professionalizzazione e integrazione richiedono maggiore attenzione.
Sicurezza Società e Guerre: La pandemia ha sottolineato l’importanza di una rete di sostegno sociale per i malati di demenza e i loro assistenti, evidenziando la necessità di politiche pubbliche adeguate.
Accoppiamento e Vita di Coppia: La demenza può rappresentare una sfida significativa per le relazioni familiari e di coppia, rendendo cruciale il sostegno psicologico e sociale.
Pensioni e Sostenibilità del Sistema Pensionistico: La crescita dei casi di demenza rappresenta una sfida importante per la sostenibilità delle pensioni, richiedendo misure dedicate per assicurare un’assistenza degna e appropriata.
In sintesi, la demenza è una sfida globale che esige un approccio interdisciplinare e coordinato. Crescere in consapevolezza, educazione e supporto sociale è fondamentale per migliorare la vita delle persone affette e dei loro caregiver. Solo attraverso l’impegno comune possiamo costruire una società inclusiva e rispettosa per tutti.