Pace contributiva: come può aiutarti a raggiungere la pensione anticipata?

La possibilità di acquistare contributi previdenziali è una questione che interessa molti lavoratori, soprattutto coloro che desiderano andare in pensione anticipatamente o aumentare l’importo della loro pensione. La misura della Pace Contributiva, riproposta dal governo nel 2024 e attiva anche nel 2025, consente di riscattare periodi di mancata contribuzione, permettendo di acquistare fino a 5 anni di periodi di inattività. Questa misura può essere utilizzata sia per aumentare le possibilità di andare in pensione, centrando più facilmente i requisiti contributivi utili per alcune misure pensionistiche, sia per aumentare l’importo della pensione.

La Pace Contributiva si rivolge esclusivamente a chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, offrendo la possibilità di raggiungere qualche misura pensionistica desiderata o di aumentare l’importo della pensione. Nel sistema contributivo, infatti, più si versa, più si riceve. L’obiettivo della Pace Contributiva è semplice: consentire a chi desidera migliorare la propria situazione previdenziale di farlo, pagando un corrispettivo basato sull’aliquota contributiva applicata al fondo in cui si versa. I versamenti possono essere effettuati anche in rate mensili, fino a un massimo di 120 rate, e gli importi versati ogni anno possono essere dedotti dal reddito, permettendo di recuperare una parte di quanto versato grazie allo sgravio fiscale.

I calcoli, i vantaggi e tutto ciò che c’è da considerare sulla Pace Contributiva

L’esborso per chi pensa di acquistare contributi per un ritorno economico sulla pensione può essere rilevante. Ad esempio, su uno stipendio dell’ultimo anno di lavoro pari a 30.000 euro, il costo di ogni anno di contributi acquistati è pari a 9.900 euro. Questo significa che per aumentare di 5 anni la propria contribuzione con la Pace Contributiva, bisognerebbe versare la somma considerevole di 49.500 euro. Tuttavia, l’incidenza di questi contributi sulla pensione futura può essere significativa. Per chi, ad esempio, ha un montante contributivo di 500.000 euro, 5 anni di contributi possono valere oltre 2.500 euro in più di pensione annua. Molto dipende poi dall’età di uscita e dai coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione.

L’aumento annuo di pensione per ogni anno di contributi riscattati incide in media tra i 400 e i 600 euro all’anno in più di pensione futura. Cifre che variano in base ai già citati coefficienti, al montante dei contributi e ad altri fattori.

Pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi: un’opzione per pochi

Non tutte le pensioni di vecchiaia Inps richiedono un minimo di 20 anni di contributi. Esiste infatti una pensione di vecchiaia contributiva, istituita dalla riforma Monti Fornero (art. 24 D.L. 201/2011), che richiede soltanto 5 anni di versamenti. L’età pensionabile, in questo caso, sale però a 71 anni, anziché fermarsi ai 67 previsti per la vecchiaia ordinaria. Questo trattamento è riservato ai lavoratori il cui assegno è calcolato con sistema interamente contributivo, ovvero coloro che non hanno contribuzione anteriore al 1996.

La pensione a 71 anni rappresenta l’ultima spiaggia per quei lavoratori con carriere discontinue e importanti vuoti contributivi. Non è infatti richiesto, come per la pensione di vecchiaia ordinaria dei “contributivi puri”, un importo soglia minimo. Tuttavia, chi percepisce la pensione di vecchiaia a 71 anni, pur non potendo beneficiare del trattamento minimo, può beneficiare dell’incremento al milione, sussistendo i requisiti di reddito.

Rivalutazione delle pensioni nel 2024: aumenti e tagli

Dal 1° gennaio 2024, grazie alla consueta operazione di rivalutazione, le prestazioni pensionistiche saliranno del 5,4%, oltre al conguaglio dello 0,8% che scatterà in anticipo a dicembre 2023. Questo adeguamento porterà le pensioni minime a 598 euro e gli assegni sociali a 524 euro. La rivalutazione non è applicata in misura uguale per tutte le pensioni, ma variabile a seconda delle fasce di appartenenza in cui ricade l’assegno oggetto di rivalutazione.

Parallelamente, la manovra prevede tagli fino al 20% della retribuzione a carico di una parte dei futuri pensionati pubblici. La revisione delle aliquote di rendimento previdenziali per le pensioni liquidate dal 1 gennaio 2024 interesserà gli iscritti a diverse casse previdenziali del comparto pubblico. Ad esempio, per una pensione di vecchiaia con decorrenza nel 2024, con 35 anni di contribuzione e 67 anni di età e una retribuzione di 30.000 euro annui lordi, il taglio può raggiungere 4.432 euro all’anno.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la Pace Contributiva e le recenti modifiche normative offrono opportunità e sfide per i lavoratori che si avvicinano alla pensione. La possibilità di acquistare fino a 5 anni di contributi può rappresentare una soluzione vantaggiosa per aumentare l’importo della pensione o per raggiungere i requisiti necessari per il pensionamento anticipato. Tuttavia, è importante considerare attentamente i costi e i benefici di questa operazione.

Nel contesto delle pensioni, l’invecchiamento della popolazione e la sostenibilità del sistema pensionistico moderno sono temi cruciali. La rivalutazione delle pensioni e i tagli previsti per alcuni settori pubblici evidenziano la necessità di un equilibrio tra equità e sostenibilità finanziaria. La riflessione personale su questi temi può portare a una maggiore consapevolezza e preparazione per il futuro previdenziale.