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- La popolazione mondiale con più di 60 anni passerà da 600 milioni nel 2000 a 2 miliardi nel 2050.
- In Italia, il numero di ultra65enni è passato da 10 milioni e mezzo nel 2001 a 11 milioni e mezzo nel 2006.
- La popolazione anziana rappresenta il 37% dei ricoveri ospedalieri ordinari e il 49% delle giornate di degenza.
Invecchiare è un privilegio e una meta della società. È anche una sfida che ha un impatto su tutti gli aspetti della società del XXI secolo. Questo è uno dei messaggi proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sul tema della salute degli anziani. Un argomento che acquista sempre maggiore importanza in una società, come la nostra, che sta vivendo una sorta di ‘rivoluzione demografica’. Nel 2000, nel mondo c’erano circa 600 milioni di persone con più di 60 anni; nel 2025 ce ne saranno 1,2 miliardi e 2 miliardi nel 2050. Inoltre, le donne vivono più a lungo degli uomini virtualmente in tutte le società. Di conseguenza, nella fascia di popolazione molto anziana, il rapporto fra donne e uomini è di 2 a 1. In Europa, come in molte altre regioni ricche, una persona su 5 ha più di 60 anni. Questo rapporto scende a 1 su 20 in Africa, ma, come in altre aree in via di sviluppo, il processo di invecchiamento della popolazione è più rapido che nei paesi ‘sviluppati’, quindi c’è meno tempo per adottare le necessarie misure per far fronte alle conseguenze dell’aumento della popolazione anziana, fra cui l’aumento della frequenza di patologie croniche tipicamente legate all’invecchiamento.
Le Sfide dell’Invecchiamento
L’invecchiamento della popolazione è tipicamente accompagnato da un aumento del carico delle malattie non trasmissibili, come quelle cardiovascolari, il diabete, la malattia di Alzheimer e altre patologie neurodegenerative, tumori, malattie polmonari croniche ostruttive e problemi muscoloscheletrici. Come conseguenza, la pressione sul sistema sanitario mondiale aumenta. Le malattie croniche impongono alla popolazione anziana un peso elevato in termini di salute ed economico a causa proprio della lunga durata di queste malattie, della diminuzione della qualità della vita e dei costi per le cure. Secondo stime dell’Istat, nel 2001 in Italia il numero di ultra65enni ammontava a circa 10 milioni e mezzo di persone (il 18% della popolazione italiana); nel 2006 si stima che questo numero lieviti fino ad arrivare a circa 11 milioni e mezzo di persone. Secondo il rapporto “Stato di salute e prestazioni sanitarie nella popolazione anziana” del Ministero della Salute, la popolazione anziana oggi in Italia determina il 37% dei ricoveri ospedalieri ordinari e il 49% delle giornate di degenza e dei relativi costi stimati.
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Prevenzione e Qualità della Vita
Sebbene il rischio di malattie aumenti con l’età, i problemi di salute non sono una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento. Infatti, se per molte di queste patologie non si conoscono misure preventive efficaci, per altre invece già sono note. Fra queste c’è l’adozione di un sano stile di vita che include una regolare attività fisica, una sana alimentazione e l’evitare il fumo. Inoltre, le misure di prevenzione includono anche indagini cliniche per la diagnosi precoce, come nel caso degli screening per il tumore del seno, della cervice uterina e del colon retto, del diabete e relative complicazioni e della depressione. L’attività fisica, in particolare, gioca un ruolo cruciale. Decenni di ricerche supportano il fatto che gran parte del deterioramento legato all’età sia il risultato degli effetti di uno stile di vita sedentario e lo sviluppo di condizioni mediche piuttosto che dell’invecchiamento in sé.
Il Modello dell’Atleta Anziano d’Elite
Alla luce di queste previsioni demografiche e delle problematiche ad esse legate, appare evidente la necessità di politiche e strategie operative volte a promuovere un “invecchiamento attivo” e quindi un invecchiamento di successo. Questa tesi, in accordo con le linee guida dell’OMS circa l’importanza del movimento ai fini del buon mantenimento delle capacità motorie e dell’autonomia dell’anziano, sottolinea l’importanza dell’attività fisica ai fini di un invecchiamento di successo, portando come esempio il modello dell’atleta anziano d’elite per dimostrare il concetto che il declino legato all’età non sia inevitabile e che una costante attività fisica, specialmente se fatta a livelli intensi e con frequenza, possa mitigare lo sviluppo di condizioni di comorbidità e ritardare molti dei primi effetti dell’invecchiamento. Questo modello sfida le nozioni tradizionali sui presunti limiti imposti dall’invecchiamento e parallelamente un numero sempre crescente di studi scientifici ed evidenze cliniche dimostrano come le persone attive possano modulare il declino fisico legato all’invecchiamento attraverso l’allenamento.
Bullet Executive Summary
Invecchiare è un privilegio e una meta della società. Tuttavia, è anche una sfida che richiede un impegno collettivo per affrontare le problematiche legate all’invecchiamento. La prevenzione, attraverso uno stile di vita sano e l’attività fisica, è fondamentale per migliorare la qualità della vita degli anziani. Le politiche di inclusione e il supporto sociale sono essenziali per valorizzare e sostenere le persone anziane nella nostra società.
Nozione base: L’invecchiamento della popolazione comporta un aumento delle malattie croniche, che a loro volta aumentano la pressione sui sistemi sanitari. La prevenzione e uno stile di vita sano possono mitigare questi effetti.
Nozione avanzata: L’attività fisica intensa e regolare, come dimostrato dal modello dell’atleta anziano d’elite, può ritardare il declino fisico e mentale legato all’età, sfidando le nozioni tradizionali sui limiti dell’invecchiamento. Questo approccio richiede un cambiamento culturale e politico per promuovere un invecchiamento attivo e di successo.