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Pensioni nelle Marche: analisi del divario di genere e delle disuguaglianze

Uno sguardo dettagliato sulle pensioni nelle Marche nel 2024, evidenziando il divario di genere e le disuguaglianze economiche. Scopri come queste differenze influenzano la vita dei pensionati.
  • Nel 2024, le Marche registrano 622.699 pensioni, di cui l'84% sono prestazioni previdenziali e il 16% assistenziali.
  • Le pensioni di vecchiaia nelle Marche hanno un importo medio di 1.447 euro lordi, mentre quelle di invalidità sono di 1.046 euro e quelle ai superstiti di 714 euro.
  • Le donne percepiscono in media 815 euro in meno rispetto agli uomini, una differenza aumentata rispetto ai 747 euro del 2023.

Le pensioni nelle Marche nel 2024 ammontano a 622.699 unità, di cui l’84% (522.212) sono prestazioni previdenziali come pensioni di vecchiaia, invalidità e inabilità, e pensioni ai superstiti. Il restante 16% (100.487) è costituito da prestazioni assistenziali, nello specifico 14.415 assegni sociali e 86.072 prestazioni per invalidi civili. Tenendo conto delle sole prestazioni previdenziali, l’84% di queste è erogato a chi ha lavorato nel settore privato (436.432 pensioni), mentre il restante 16% a chi ha lavorato nel pubblico impiego (85.780 trattamenti).

Hanno in media un importo mensile di 1.244 euro lordi, considerando le sole prestazioni previdenziali, mentre quelle di vecchiaia valgono in media 1.447 euro lordi, quelle di invalidità 1.046 euro e quelle erogate ai superstiti 714 euro. L’analisi del dato INPS 2024, a cura della FNP CISL Marche, evidenzia che gli importi delle pensioni variano notevolmente a seconda del settore di provenienza. Per gli ex dipendenti privati, le pensioni di vecchiaia, scendono in modo sensibile a poco più di 1.200 euro mensili lordi, quelle di invalidità a 775 euro e i trattamenti ai superstiti, a 629 euro.

Gli importi delle pensioni nelle Marche sono inferiori alle medie nazionali, che sono rispettivamente di 1.468 euro mensili lordi per le pensioni di vecchiaia, 833 euro per quelle di invalidità e 774 euro per i trattamenti ai superstiti (considerando solo gli ex dipendenti privati). Esiste un significativo divario di genere negli importi delle pensioni. Le ex lavoratrici del settore privato nelle Marche percepiscono in media 902 euro mensili lordi per le pensioni di vecchiaia, 640 euro per quelle di invalidità e 651 euro per i trattamenti ai superstiti.

Il divario di genere e l’impatto sociale

Il divario di genere nelle pensioni è particolarmente significativo. Le donne percepiscono in media 815 euro in meno rispetto agli uomini. Nelle Marche, 303mila prestazioni pensionistiche, pari al 56,5% del totale, sono inferiori a 750 euro al mese, contro una media nazionale del 53,7%. Questo significa che circa 6 pensioni su 10 registrano un importo inferiore alla soglia della povertà.

Vilma Bontempo, segretaria regionale dello Spi Cgil, sottolinea che, “se confrontiamo il report 2024 con quello del 2023, si evince una tendenza all’aumento del gap tra uomini e donne sugli importi delle pensioni di vecchiaia. Mentre nel 2023 la differenza era di -747 euro per le donne rispetto agli uomini, nel 2024 si è passati a -815 euro. Una differenza che espone sempre più le donne a condizioni di povertà se non si interviene sulla domanda di lavoro che offre alle donne solo occupazioni precarie e a orario ridotto.”

Inoltre, dall’analisi del rapporto tra pensioni e sistema fiscale emerge che i 438.813 pensionati marchigiani rappresentano il 36,8% del totale dei contribuenti regionali (contro una media nazionale del 34,6%), producono il 37,7% del reddito complessivo ai fini Irpef (35,6% Italia) e pagano il 39,5% dell’imposta netta (36,3% Italia).

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Le richieste dei sindacati e le prospettive future

Il Sindacato Pensionati Italiano, SPI CGIL, come fin dall’insediamento dell’attuale Governo, e ancora di più oggi alla luce degli ultimi dati, non cessa di rivendicare la corretta applicazione del meccanismo della perequazione (adeguamento del valore della pensione all’inflazione). La mancata rivalutazione delle pensioni dal 2014 al 2020 ha fatto sì che ai pensionati non sia arrivato in tasca nulla, di contro per le casse pubbliche il risparmio è stato significativo. La perdita economica, oltre che ingiusta, è permanente e non recuperabile.

Romina Maccari, Segretaria Generale SPI CGIL Macerata, ha dichiarato: “In assenza di un provvedimento idoneo da parte dell’attuale Governo, che nell’ultima Finanziaria ha previsto misure più riduttive rispetto agli impegni presi dal Governo Draghi, si potrebbe intervenire sulla 14ma mensilità, ampliando la platea di quanti ne hanno diritto; urgente ed opportuno è il rivedere anche le regole della disciplina fiscale per il reddito da pensione. Questo ultimo, infatti, a parità di importo lordo, rispetto a un reddito da lavoro dipendente, ha un prelievo fiscale più alto e, di conseguenza, un importo netto più basso, ma quando si va a fare la spesa i prezzi per lavoratori o pensionati sono uguali”.

Silvano Giangiacomi, Segretario generale della FNP Cisl Marche, ha dichiarato: “Purtroppo in questi anni il potere d’acquisto dei trattamenti si è ridotto notevolmente a causa dell’inflazione, sia sui prodotti energetici e sui beni alimentari parte rilevante del cosiddetto “paniere” dei pensionati. Oggi tantissimi pensionati sostengono le loro famiglie e quelle dei loro figli. Ecco perché siamo sempre più convinti che la spesa previdenziale sia un investimento in coesione sociale e generazionale.”

La situazione nelle province marchigiane

La provincia di Macerata non è da meno, l’importo medio delle pensioni è pari a 913 euro lordi, con valori medi che oscillano tra i 477€ per le pensioni di invalidità e i 1167€ per le pensioni di vecchiaia. Un dato che ci pone ben al di sotto della media nazionale. Se andiamo a vedere l’intera platea delle prestazioni erogate emerge che il 56,5% dei pensionati del maceratese incassa un assegno inferiore a 750 euro lordi. Tradotto significa che 6 su 10 si trovano sotto la “soglia di povertà”.

Alle donne va ancora peggio, sul totale delle pensionate, le percentuali di coloro che percepiscono meno di 750 euro al mese sono ancora più alte. Questo quadro è confermato anche da Loredana Longhin, segretaria Cgil Marche, che afferma: “Questa situazione preoccupa perché ci racconta di quanto la nostra regione si stia impoverendo e stia scivolando inesorabilmente verso Sud. Risalire la parte bassa della classifica è possibile ma la Regione deve invertire la rotta subito, mettendo in atto politiche finalizzate alla creazione di posti di lavoro stabile, in grado di garantire retribuzioni dignitose che si trasformino alla fine della carriera lavorativa in una pensione equa.”

Vilma Bontempo, segretaria regionale dello Spi Cgil, a proposito del divario tra uomini e donne, sottolinea che “se confrontiamo il report 2024 con quello del 2023, si evince una tendenza all’aumento del gap tra uomini e donne sugli importi delle pensioni di vecchiaia. Mentre nel 2023 la differenza era di -747 euro per le donne rispetto agli uomini, nel 2024 si è passati a -815 euro. Una differenza che espone sempre più le donne a condizioni di povertà se non si interviene sulla domanda di lavoro che offre alle donne solo occupazioni precarie e a orario ridotto.”

Bullet Executive Summary

Il quadro delle pensioni nelle Marche del 2024 è estremamente preoccupante. Con importi medi inferiori alla media nazionale e un significativo divario di genere, molti pensionati si trovano a vivere sotto la soglia di povertà. Le donne sono particolarmente penalizzate, con pensioni mediamente inferiori di 815 euro rispetto agli uomini. I sindacati continuano a lottare per una corretta applicazione del meccanismo della perequazione e per politiche che garantiscano pensioni dignitose in futuro.

Invecchiamento e cura sono temi centrali in questo contesto. La sostenibilità del sistema pensionistico moderno è messa a dura prova da carriere lavorative discontinue e salari bassi. È fondamentale che le politiche pubbliche si orientino verso la creazione di posti di lavoro stabili e ben retribuiti, per garantire una vecchiaia dignitosa a tutti i cittadini. La riflessione personale che emerge da questo quadro è la necessità di un impegno collettivo per costruire una società più equa e solidale, dove il valore del lavoro sia riconosciuto e adeguatamente remunerato, sia durante la vita lavorativa che in pensione.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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