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Perché i richiedenti asilo in Trentino vivono sotto i ponti?

Scopri le difficoltà legali e burocratiche che costringono i migranti a condizioni di vita precarie e la risposta delle organizzazioni di supporto.
  • I tempi di attesa per un appuntamento al Cinformi variano dai 3 ai 6 mesi, nonostante la normativa preveda tempi brevi.
  • Molti migranti pagano fino a 300 euro per una dichiarazione di ospitalità, richiesta illegittima secondo la normativa europea e italiana.
  • Il numero di posti disponibili per i richiedenti asilo è stato ridotto a circa 700, rispetto ai precedenti 1.400, a causa delle politiche restrittive.

Il Trentino si trova attualmente in una situazione critica per quanto riguarda l’accoglienza dei richiedenti asilo. Nonostante il loro diritto legale a un’accoglienza sicura, molti migranti, principalmente dal Marocco e dal Pakistan, sono costretti a vivere in accampamenti di fortuna sotto i ponti della città. Questa condizione è aggravata dai frequenti sgomberi delle forze dell’ordine, che non offrono soluzioni migliorative.

Secondo la normativa italiana, le procedure di protezione internazionale e il sistema di accoglienza dovrebbero essere accessibili entro tempi brevi, da 3 a 10 giorni al massimo. Tuttavia, la realtà è ben diversa: i migranti devono affrontare un percorso tortuoso e rallentato per formalizzare la loro richiesta di asilo. Ad esempio, solo per ottenere un appuntamento al Cinformi, il centro di informazione per l’immigrazione, i tempi di attesa possono variare dai 3 ai 6 mesi.

Le difficoltà burocratiche e le prassi illegittime

Una delle principali difficoltà che i richiedenti asilo devono affrontare è la necessità di ottenere una “dichiarazione di ospitalità” per formalizzare la loro domanda di asilo presso la Questura. Questa prassi, adottata dalla Questura, è illegittima secondo la normativa europea e italiana, che non richiede tale documentazione aggiuntiva. Tuttavia, molti migranti sono costretti a pagare fino a 300 euro sul mercato nero per ottenere questa dichiarazione.

Inoltre, tra la domanda di asilo e la possibilità di iscriversi al Centro per l’Impiego per ottenere un contratto di lavoro, i richiedenti asilo devono attendere ulteriori 60 giorni. Questo li costringe a una condizione di inattività lavorativa, esponendoli al rischio di essere coinvolti in lavori irregolari.

Le conseguenze delle politiche di accoglienza restrittive

Le politiche di accoglienza restrittive, introdotte a partire dal 2018 con il primo decreto “sicurezza” dell’ex ministro dell’interno Matteo Salvini e proseguite con la giunta provinciale di Fugatti, hanno avuto un impatto significativo sulla situazione dei richiedenti asilo in Trentino. Il sistema di accoglienza diffusa, che ospitava circa 1.400 richiedenti asilo, è stato smantellato, riducendo i posti letto e tagliando servizi essenziali come le scuole di italiano, il supporto psicologico e legale, e i percorsi di inclusione socio-lavorativa.

Attualmente, il numero di posti disponibili per i richiedenti asilo è limitato a circa 700, mentre il numero di persone che necessitano di accoglienza continua a crescere. Questa situazione ha portato a un aumento del numero di migranti che vivono per strada, esposti a condizioni di vita precarie e a rischi per la salute fisica e psicologica.

Le iniziative di supporto e le richieste di cambiamento

Nonostante le difficoltà, diverse organizzazioni e reti sociali stanno cercando di fornire supporto ai richiedenti asilo. Ad esempio, l’Assemblea Antirazzista di Trento ha gestito per 45 giorni un dormitorio di emergenza con 24 posti letto, evidenziando gli effetti della vita in strada sullo stato di salute fisico e psicologico dei migranti. Tra le patologie riscontrate ci sono difficoltà respiratorie, infiammazioni urinarie, dolori articolari e malattie della pelle.

Le richieste presentate dalle organizzazioni di supporto includono il ripristino della corretta procedura di accoglienza delle istanze di asilo, l’individuazione di soluzioni abitative dignitose per i richiedenti asilo e il ritorno a un sistema di accoglienza diffusa su tutto il territorio provinciale. Inoltre, viene proposta la realizzazione di un ostello pubblico per lavoratori e lavoratrici privi di alloggio, per evitare situazioni di totale dipendenza dai datori di lavoro.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la situazione dei richiedenti asilo in Trentino è critica e richiede interventi urgenti e strutturali. Le politiche di accoglienza restrittive hanno portato a un aumento del numero di migranti che vivono per strada, esposti a condizioni di vita precarie e a rischi per la salute. Le organizzazioni di supporto stanno cercando di fornire assistenza, ma è necessario un cambiamento nelle politiche di accoglienza per garantire dignità e diritti fondamentali a tutti i richiedenti asilo.

Nozione base: L’invecchiamento della popolazione e la migrazione sono due fenomeni strettamente correlati. La migrazione può contribuire a bilanciare il declino demografico e a sostenere il sistema pensionistico, ma richiede politiche di accoglienza e integrazione efficaci.

Nozione avanzata: La sostenibilità del sistema pensionistico moderno dipende anche dalla capacità di integrare i migranti nel mercato del lavoro. Politiche di accoglienza restrittive non solo violano i diritti umani, ma impediscono anche ai migranti di contribuire economicamente alla società, aggravando ulteriormente le sfide demografiche e pensionistiche.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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