Legge sull’invecchiamento attivo in Calabria: Le novità del Programma Operativo 2024-2026

La Legge sull’invecchiamento attivo, entrata in vigore cinque anni fa, sta finalmente vedendo la sua applicazione concreta. Questo importante passo è stato discusso durante la riunione del Tavolo Permanente sull’invecchiamento attivo, convocato in Regione dall’assessore al Welfare Staine. All’incontro hanno partecipato rappresentanti di vari sindacati, il dipartimento Salute e Welfare, diverse università e centri di volontariato della Calabria.

Il primo Programma Operativo 2024-2026 della Legge Regionale 12/2018 è stato al centro del dibattito. Questo piano, che dovrà essere approvato dalla giunta regionale, sarà seguito da un piano annuale attuativo che espliciterà le azioni e le risorse finanziarie necessarie. Tuttavia, i sindacati hanno espresso perplessità sull’incertezza dei finanziamenti, chiedendo alla Regione di mettere a disposizione non solo i Fondi Strutturali Europei ma anche fondi propri.

La preoccupazione principale riguarda il fatto che nel 2024 la Regione ha definanziato la legge, creando incertezza sulle risorse disponibili per costruire piani annuali efficaci. I sindacati hanno chiesto di porre attenzione all’utilizzo dei dati e alla ricerca, alla definizione dei contesti di partenza e alla valutazione delle diversità territoriali. Inoltre, hanno sottolineato l’importanza di connettere le azioni culturali con il patrimonio del territorio e di valorizzare le sperimentazioni innovative anche in Calabria.

Il ruolo degli anziani nella società

Attraverso questa legge, i sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil intendono valorizzare le persone anziane come soggetti rilevanti per la società, prevenendo la loro non autosufficienza e attuando azioni positive per mantenere gli anziani nel loro ambiente, valorizzandone il patrimonio di esperienza, conoscenza e cultura.

Un dato significativo è che in Calabria gli anziani over 65 sono oltre 439mila, circa il 24% della popolazione, destinati a crescere fino a circa 600mila unità nel 2050, rappresentando il 36% della popolazione secondo le proiezioni demografiche. Affrontare i problemi legati all’invecchiamento attivo della popolazione significa trasformare un “problema” in “opportunità”, influenzando positivamente le politiche sanitarie, socioassistenziali, previdenziali e di volontariato.

Le richieste dei sindacati

I sindacati hanno chiesto alla Regione di integrare il programma con specifiche azioni, tra cui:

– Utilizzo dei dati e della ricerca per definire i contesti di partenza e valutare le diversità territoriali.
– Connessione delle azioni culturali con il patrimonio del territorio.
– Valorizzazione delle sperimentazioni innovative anche in Calabria.
– Rilevanza delle azioni sugli stili di vita, la socialità e la costruzione di reti.
– Importanza della prevenzione e considerazione degli anziani come parte attiva dei processi.

Il loro impegno è di vigilare affinché l’adeguato finanziamento alla legge e la definizione del Programma Operativo triennale, assunto dall’assessore regionale al Welfare, venga rispettato.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la Legge sull’invecchiamento attivo rappresenta un passo fondamentale per la valorizzazione degli anziani nella società calabrese. La sua applicazione concreta, se adeguatamente finanziata e supportata, può trasformare le sfide dell’invecchiamento in opportunità per migliorare la qualità della vita degli anziani e rafforzare la coesione sociale.

Riflessione personale: L’invecchiamento attivo non è solo una questione di politiche e finanziamenti, ma anche di cambiamento culturale. Riconoscere il valore degli anziani e integrarli attivamente nella società può arricchire tutti noi, giovani e meno giovani, creando una comunità più solidale e interconnessa.

Nozione avanzata: Le politiche di invecchiamento attivo possono beneficiare enormemente dall’adozione di tecnologie innovative, come la telemedicina e i dispositivi di monitoraggio della salute, che possono migliorare l’autosufficienza degli anziani e ridurre il carico sui sistemi sanitari. Investire in queste tecnologie può rappresentare una soluzione sostenibile e lungimirante per affrontare le sfide demografiche future.