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Come può la prevenzione rallentare il declino cognitivo negli anziani?

Scopri le strategie per combattere la perdita di memoria e altre funzioni cognitive attraverso stili di vita sani e prevenzione mirata.
  • L'Italia è il secondo paese più vecchio al mondo, con 1-1,5 milioni di persone affette da demenza diagnosticata.
  • Circa due milioni di italiani soffrono di declino cognitivo, con quattro milioni di familiari coinvolti.
  • Un training cognitivo può ridurre del 30% la probabilità di sviluppare demenza in dieci anni.

L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno che interessa la maggior parte dei paesi del mondo. L’Italia, in particolare, è il secondo paese più vecchio al mondo dopo il Giappone, con una speranza di vita tra le più elevate. In Europa, l’Italia ha la percentuale più alta di cittadini con età pari o superiore a 65 anni. Questo fenomeno pone una enorme sfida sociale che deve essere affrontata con serie azioni.

Un ruolo fondamentale in questo contesto è giocato dalla salute cognitiva. Per comprendere come affrontare l’invecchiamento, gli aspetti clinici, il ruolo della genetica e l’importanza degli stili di vita, è stato pubblicato il volume “Vecchiaia e salute cognitiva”, curato dal prof. Marco Trabucchi e edito da Il Mulino. Il libro, che raccoglie contributi di diversi specialisti in neuroscienze, rappresenta un’occasione per riflettere sui temi della salute cognitiva delle persone e sui complessi fattori psico-sociali che la determinano.

Prevenzione e buone pratiche

Il declino cognitivo è caratterizzato dalla progressiva perdita dell’autonomia cerebrale, che va dalla perdita di memoria alla riduzione delle altre funzioni cognitive, fino alla demenza conclamata e alla grave perdita di autonomia motoria. In Italia, si stima che tra 1 milione e 1,5 milioni di persone soffrano di demenza diagnosticata, con molte situazioni ancora non diagnosticate. A queste si aggiungono le persone con disturbo cognitivo lieve, più difficili da quantificare ma altrettanto importanti da individuare per indirizzare l’attività di prevenzione.

Secondo i dati del Sistema Nazionale per le Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità (2024), nel nostro paese sono circa due milioni le persone con demenza o declino cognitivo (Mild Cognitive Impairment, MCI) e circa quattro milioni i loro familiari. “L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno inarrestabile nel nostro paese,” dichiara il Prof. Marco Trabucchi, Past President dell’AIP (Associazione Italiana Psicogeriatria). “È fondamentale l’impegno comune, clinico, sociale e culturale, per governare il sistema affinché il fenomeno non pesi sul singolo, sul nucleo familiare e sulla collettività.”

Per prevenire la comparsa del disturbo cognitivo, è fondamentale contrastare le situazioni personali che possono indurre alla perdita di funzioni cognitive. La solitudine, spesso subita dagli anziani, rappresenta un fattore di rischio importantissimo. Altrettanto determinanti sono gli aspetti dello stile di vita, come l’attività fisica, l’attitudine relazionale e l’alimentazione. È importante contrastare l’eccesso di peso e la disidratazione, riducendo alcol e grassi, e prevenire malattie come quelle cardiovascolari, il diabete e la BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva).

Strategie per un invecchiamento in salute

Il volume “Vecchiaia e salute cognitiva” illustra come prevenire il declino cognitivo attraverso una gestione multimodale dell’invecchiamento in salute. Fondamentale è il contrasto alle situazioni personali che possono indurre alla perdita di funzioni cognitive. La solitudine, spesso subita dagli anziani, rappresenta un fattore di rischio importantissimo. Altrettanto determinanti sono gli aspetti dello stile di vita, come l’attività fisica, l’attitudine relazionale e l’alimentazione.

Un recente studio pubblicato sul British Medical Journal espone indicazioni per il rallentamento del declino cognitivo. Fare esercizio fisico regolarmente, astenersi dal fumare, bere alcolici moderatamente e seguire una dieta sana sono tutte pratiche che possono proteggere la salute cerebrale e rallentare il declino cognitivo. Coltivare relazioni sociali e svolgere attività cognitive sono altrettanto importanti per mantenere efficienti le attività cognitive.

Inoltre, è stato dimostrato che l’allenamento cognitivo può contenere l’impatto dei processi degenerativi e prevenire il declino cognitivo fisiologico e patologico. La ricerca mostra che un training cognitivo svolto su persone sane può diminuire del 30% la probabilità di sviluppare demenza dieci anni dopo.

Buone pratiche per un invecchiamento attivo

Determinanti per un invecchiamento in salute sono gli stili di vita, l’attività fisica, l’attitudine relazionale e l’alimentazione. È importante contrastare l’eccesso di peso e la disidratazione, riducendo alcol e grassi, e prevenire malattie come quelle cardiovascolari, il diabete e la BPCO. A questi fattori si aggiungono altri determinanti sociali, come le condizioni socio-economiche e il contesto urbano.

Il volume “Vecchiaia e salute cognitiva” sottolinea l’importanza di politiche integrate e risposte in una logica olistica e di complementarietà di prevenzione. In Italia, il declino cognitivo colpisce due milioni di anziani, ma si può prevenire con un invecchiamento in salute. “L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno inarrestabile. È fondamentale l’impegno comune, sul piano clinico, sociale e culturale, per governare il sistema affinché il fenomeno non pesi sul singolo, sul nucleo familiare e sulla collettività,” sostiene Marco Trabucchi.

Puntando l’attenzione sui fattori che rendono la vita dell’anziano meno sana rispetto alle funzioni cognitive e alla loro perdita, il libro illustra come prevenire il disturbo cognitivo. Fondamentale nella prevenzione è il contrasto alle situazioni personali che possono indurre alla perdita di funzioni cognitive. La solitudine, spesso subita dagli anziani, rappresenta un fattore di rischio importantissimo, come ricordato da Diego De Leo, Presidente dell’AIP.

Bullet Executive Summary

Il declino cognitivo è una sfida globale che richiede un impegno comune a livello clinico, sociale e culturale. La prevenzione rappresenta la strategia per eccellenza per preservare la salute del nostro cervello. Attraverso buone pratiche come l’esercizio fisico regolare, una dieta sana, il mantenimento di relazioni sociali e l’allenamento cognitivo, è possibile rallentare il declino cognitivo e migliorare la qualità della vita degli anziani.

Una nozione base di invecchiamento e cura riguarda l’importanza di uno stile di vita sano per prevenire il declino cognitivo. Ad esempio, l’attività fisica regolare e una dieta equilibrata possono contribuire significativamente a mantenere la salute cerebrale. Una nozione avanzata, invece, riguarda il concetto di “riserva cognitiva”. La riserva cognitiva è il risultato dell’accumulo di esperienze cognitivamente stimolanti che permettono di stabilire un elevato numero di connessioni sinaptiche tra i neuroni del cervello, offrendo una protezione contro il declino cognitivo.

In conclusione, la prevenzione del declino cognitivo non riguarda solo gli aspetti sanitari, ma richiede un approccio integrato che coinvolga diversi ambiti d’impegno. Promuovere un invecchiamento attivo, sani stili di vita e l’alfabetizzazione sanitaria sono pratiche fondamentali per una terza e quarta età in salute. Riflettiamo su come possiamo migliorare la nostra salute cerebrale e quella dei nostri cari, adottando comportamenti che favoriscano un invecchiamento in salute.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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